Carmen Sandiego (seconda stagione): la recensione
Carmen Sandiego cerca ancora nella seconda stagione una maggiore complessità nell'intreccio: la recensione della serie Netflix
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Il reboot di Carmen Sandiego vuole raccontare una storia più complessa rispetto alla serie originale degli anni '90. Questo è lo scostamento principale nella trama, secondo solo al fatto che qui la protagonista non è più una ladra, ma la vera eroina della storia. La seconda stagione dello show, arrivato su Netflix con dieci nuovi episodi, promette fin da subito rivelazioni sul passato del personaggio. Quando quelle rivelazioni arrivano, tutta la storia ne viene arricchita, ed è chiaro il tentativo – non del tutto riuscito – di trasformare la serie in qualcosa in più di un collage di viaggi e nozioni da tutto il mondo.
In un'ideale paragone con She-Ra, altra serie reboot di un classico animato, Carmen Sandiego esce sconfitta. Nonostante un'animazione più fluida e qualche tocco di stile in più, la scrittura dei personaggi non è così piacevole, né la storia così avvincente. La serie di Noelle Stevenson parte da un conflitto chiarissimo tra la luce e l'ombra, che si complica sulla base dei rapporti tra i personaggi. Riesce a conciliare leggerezza di trama e profondità dei personaggi. La serie sulla femme rouge non è così equilibrata. L'umorismo di Zack e Ivy cade a volte nel vuoto perché non sono dei personaggi che hanno un forte background, la storia dell'agente Devineau è slegata dal resto, e c'è un carico di serietà eccessivo che posa sulle spalle di troppi personaggi (non è facile empatizzare con Carmen).