Carmen Sandiego (quarta stagione): la recensione

Carmen Sandiego termina con otto episodi che trascinano stancamente un intreccio verso una conclusione insapore

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Carmen Sandiego (quarta stagione): la recensione

Carmen Sandiego non era mai riuscita a funzionare veramente. Non perché un remake di una serie animata quasi cult fosse da escludere – DuckTales ci è riuscito benissimo – ma perché non ha mai raggiunto il giusto equilibrio tra storia e aspirazioni. Questa quarta stagione della serie, che è anche l'ultima per la serie animata di Netflix, ne è la conferma finale. Otto episodi che trascinano stancamente un intreccio verso una conclusione insapore, che non mette in gioco né temi né atmosfere. Nel suo intreccio molto basilare – praticamente inesistente – la serie vecchia aveva molto più carattere.

La maggior parte degli episodi qui sono autoconclusivi. Sì, c'è qualche spunto parallelo che porta avanti personaggi che torneranno utili verso la fine, ma è sempre troppo poco per poter parlare di sviluppo orizzontale. A fronte di questa staticità, i personaggi potrebbero fare anche peggio, rimanendo in una zona grigia tra l'indifferente e l'antipatico. C'è proprio un problema di bilanciamento nelle caratterizzazioni che non ha mai permesso a questa serie di decollare, come se il marchio e uno stile visivo abbastanza apprezzabile bastassero a loro stessi.

Invece, Carmen Sandiego qui diventa un'icona sfuggente e che non è mai messa in discussione. Non ha fascino perché non sbaglia, non si scompone, non ha paura, non ha nulla da imparare (e in una serie che nasceva anche con fini didattici è un peccato). Come in un certo tipo di rappresentazione femminile diffusa oggi, sembra che la sua forza risieda nella perfezione, quando invece è il racconto di formazione, e il superamento dei difetti, a rendere davvero memorabile un personaggio. Qualcosa si prova a fare nei due episodi finali, ma è davvero troppo poco e troppo tardi.

Gli spunti sarebbero pure lì, dalle figure estreme della VILE – molto più piacevoli dei buoni – ai segreti del passato di Carmen fino al ruolo ambiguo della ACME. Ma la serie non ha voglia di raccontarli o non riesce a farlo. Zack e Ivy sono le spalle comiche e imperfette che dovrebbero bilanciare la rigidità di Carmen, ma sono solo l'ennesimo esempio dei problemi di scrittura della serie. Anche stavolta, come in passato, non si può non fare il paragone con She-Ra, che partiva da un'operazione simile, ma con tutt'altri risultati.

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