Caravaggio vol. 2: La grazia, la recensione

Abbiamo recensito per voi il secondo volume di Caravaggio, opera di Milo Manara edita da Panini

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Caravaggio vol. 2: La grazia, anteprima 04

Incredibile, avventurosa e drammatica, la vita di Michelangelo Merisi, straordinario pittore noto a tutti come Caravaggio, è stata oggetto di una felice trasposizione su carta di uno dei più grandi Maestri della Nona Arte: Milo Manara. Pubblicata nel 2015 la prima parte della storia, La tavolozza e la spada, è uscito da pochi giorni La grazia, atto conclusivo con il quale l’artista nostrano ripercorre gli ultimi, intensi anni del protagonista.

La vicenda narrata in questo secondo cartonato di grandi dimensioni, edito da Panini nella sua etichetta 9L, riprende con il protagonista in fuga dalla Città Eterna dopo aver assassinato un uomo. Siamo nella primavera del 1606, e un gesto del genere nella Roma papale può significare sola una cosa: pena capitale. Dopo una breve sosta, durante la quale fa la conoscenza della bella Ipazia e del forzuto Ursus, il Nostro giunge a Napoli, dove il suo enorme genio crea subito fascinazione e proselitismo.

La sosta ai piedi del Vesuvio, però, non dura tanto: ossessionato dal sopraggiungere della morte, dell’attimo in cui un agguato lo priverà della vita, Merisi cerca riparo sull’isola di Malta, aspirante Cavaliere dell’Ordine in cerca di quella grazia che lo liberebbe da ogni affanno. Nonostante la spada di Damocle che incombe sulla sua testa, il carattere fumantino dell’artista continua a condurlo in situazioni poco piacevoli, costringendolo a tornare in Italia, più precisamente in Sicilia, dove porterà avanti il suo percorso artistico.

La grazia è incentrato sugli ultimi quattro anni della vita di Caravaggio, un periodo a dir poco tormentato. Supportato da una solida ricerca storiografica, Manara si lancia in un’ardita quanto riuscita operazione di riscrittura di uno dei protagonisti della Storia dell’Arte, legando con il suo inconfondibile stile gli episodi cruciali. Il risultato è un’avventura affascinante, travolgente per il suo incidere serrato, ricca di colpi di scena e personaggi che accompagnano ed esaltano la figura magnetica e travagliata del protagonista.

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Da queste splendide pagine emerge l’accattivante ritratto di un Caravaggio irrequieto, animato dal suo talento ma schiavo del carattere, attore di un’esistenza che si rispecchia nella sua stessa arte. Da sempre vicino agli umili e convinto che solo in questa dimensione sia possibile ritrovare la vera natura degli insegnamenti del Cristo, il Caravaggio di Manara è attratto dall’essere umano, dalla sua viva passionalità, e cerca ostinatamente di catturarla per riproporla sulla tela.

In questo secondo appuntamento, però, la missione sociale e iconoclasta di Merisi passa quasi in secondo piano rispetto all'esigenza di riabilitare il proprio nome agli occhi del Papa. Rispetto alla persona vivace del primo volume, qui troviamo un uomo smarrito e in balia delle sue paure, le cui azioni sono rivolte esclusivamente a ottenere la tanto agognata grazia.

Nella sua interezza, Caravaggio è un’esperienza di lettura incredibile, un’immersione totale nella vita di un personaggio storico trasformato nel protagonista di un racconto tanto drammatico quanto credibile. Manara si produce in una delle sue prove artistiche più riuscite e mature, dove la sinuosità del tratto è impareggiabile nel delineare figure femminili ammalianti, scenari mozzafiato e la splendida ricostruzione dello studio in cui sono nati i capolavori di Caravaggio.

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