Caput Mundi – I mostri di Roma 6: Su questa pietra, la recensione

La recensione di Caput Mundi – I mostri di Roma 6: Su questa pietra, pubblicato da Editoriale Cosmo

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Con Su questa pietra, sesto numero di Caput Mundi - I mostri di Roma, si conclude la prima espansione dell'Universo Cosmo. L'albo che tira le fila della miniserie, scritto da Giovanni Masi e Dario Sicchio, chiude il discorso in modo letteralmente esplosivo con uno scontro finale senza esclusione di colpi tra Pietro Battaglia, i Mostri di Roma e la Mummia. Con la fine di questo primo ciclo narrativo termina inoltre il legame tra Roberto Recchioni e la serie curata da Giulio A. Gualtieri, con la prossima incarnazione che verrà sviluppata senza il coinvolgimento del curatore di Dylan Dog.

Come detto in precedenza, numero dopo numero, la serie ha parzialmente mutato il suo volto, e questo albo che si appoggia nuovamente alla retorica dei film d'azione, con dialoghi spacconi ed eccessivi inseriti in un contesto assolutamente sopra le righe, ne è la naturale conclusione. Vengono infatti svelate le carte in tavola attraverso tutti i cliché del genere, sottolineando ancora una volta che i riferimenti stilistici a quel tipo di Cinema sono tutt'altro che involontari.

Nel complesso, risultano convincenti le risoluzioni delle questioni aperte nei numeri scorsi. Una volta scelta la direzione dell'eccesso, lo scoppiettante finale che affonda le mani nelle radici della religione Cristiana Cattolica è l'unica apoteosi possibile di una storia simile.

Ai disegni troviamo Alessio Moroni su layout di Elisa Di Virgilio, con Federico Butticé agli sfondi da pagina 100 e Andy Pompeo che si occupa dei flashback da pagina 114 a pagina 118. L'azione frenetica rappresentata dagli artisti è sicuramente il punto di forza dell'albo: mai una sequenza poco chiara o un calo di ritmo, e ogni eccesso della trama prende forma su tavole di alto livello. Allo stesso modo, la copertina di Marco Mastrazzo racchiude le atmosfere della storia in una singola, efficace illustrazione.

Va detto che al termine della lettura resta un po' di amaro in bocca. Nonostante i personaggi superstiti abbiano raggiunto un'emancipazione importante, tornando in quella Roma apparentemente quotidiana, si continua ad avere la sensazione che si tratti più di maschere che di individui sottoposti ad una crescita vera e propria; dato che si parla di persone comuni (con capacità straordinarie) che hanno provato a fare il salto più lungo della gamba con conseguenze letteralmente incredibili (hanno stravolto dalle fondamenta non solo la storia di una nazione, ma anche quella di una religione millenaria), ci saremmo aspettati un'evoluzione più marcata in loro.

Probabilmente, per vedere le conseguenze della retorica del "tutto o niente" vissuta sul filo del rasoio, che caratterizza buona parte della miniserie, sarà necessario aspettare il proseguimento della storia, ma l'altra faccia della medaglia è che l'attesa di un seguito - almeno per ora - non sembra essere così spasmodica, come se non sembra ci sia altro da dire su questa storia.

I sei albi hanno certamente assolto al dovere di intrattenere e divertire il lettore, ma dalla miniserie che segna la nascita dell'universo condiviso targato Editoriale Cosmo ci si aspettava qualcosa che creasse un'aspettativa e un'apertura verso le conseguenze di quanto letto, piuttosto che una sensazione di chiusura di un percorso ormai alle spalle.

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