Caput Mundi – I mostri di Roma, Nero 3: Caduta dal paradiso, la recensione

Abbiamo recensito per voi l'ultimo numero di Nero, seconda stagione di Caput Mundi – I mostri di Roma

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Con Caduta dal paradiso termina la seconda stagione di Caput Mundi - I mostri di Roma, scritta da Michele Monteleone e Dario Sicchio per Editoriale Cosmo.

Il terzo e ultimo numero, su cui sono impegnati ai disegni Giorgio Spalletta e Pierluigi Minotti con alcuni layout firmati da Susanna Mariani, vede la storia raggiungere il suo climax, con un finale sicuramente in linea con le aspettative maturate nel corso dei brossurati precedenti.

Nel complesso, questa nuova tornata editoriale ha colto con successo gli spunti positivi offerti dai primi sei numeri che componevano la prima stagione, offrendo spettacolo, intrattenimento e divertimento, utilizzando in modo intelligente gli elementi action che ha reso iconico un linguaggio televisivo più legato alle avventure rocambolesche che alla missione segreta.

Una costante del titolo è che, ovunque muovano i loro passi, i mostri si lasciano alle spalle una lunga scia di esplosioni, morti e misteri irrisolti (almeno in superficie). Questa caratteristica facilita sicuramente il rapido voltapagina per scoprire l'ennesima e incredibile peripezia, ma rende meno incisiva la vicenda alla base della miniserie.

Allo stesso modo, l'intreccio di figure losche e stereotipate, nei loro pregi e difetti, vede al centro Nero, un protagonista che troppo spesso non ha una vera e propria voce fuori dal coro, non abbastanza da mandare avanti la baracca. La spettacolarizzazione del racconto corale porta a non avere una personalità trascinante che aiuti a far chiarezza nel caos dell'azione, con il risultato di essere trascinante più per la resa visiva di ogni sequenza frenetica (sicuramente il punto di forza della serie) piuttosto che per le trovate in fase di sceneggiatura.

Caput Mundi - I mostri di Roma è un esperimento che si discosta con una forte identità dalla narrazione tipicamente legata all'edicola italiana: la scelta di un racconto a più voci, andando contro la tradizionale epopea incentrata sul singolo eroe; la scelta di avere una continuity serrata rispetto a quella più blanda delle testate storiche, optando per un formato suddiviso in stagioni molto brevi; la precisa volontà di osare con contenuti eccessivi nelle parole e nei fatti, pur rischiando di risultare di più difficile metabolizzazione per il grande pubblico.

Per questi motivi, nonostante alcuni difetti, la serie pubblicata da Editoriale Cosmo porta a casa un bilancio positivo al termine dei tre numeri che compongono questa seconda stagione.

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