Capitan America: Bianco, la recensione
Abbiamo recensito per voi Capitan America: Bianco, attesissima storia di Jeph Loeb e Tim Sale portata in Italia da Panini Comics
Caporedattore, ex grafico e illustratore, appassionato di tutto ciò che è narrazione per immagini.
La storia di Capitan America, è ormai leggenda: un ardente spirito patriottico e un attaccamento alla sua nazione non bastano al gracile Steve Rogers di arruolarsi nell’esercito degli Stati Uniti d’America. La sua caparbietà e determinazione, però, lo renderanno idoneo a partecipare a un programma per lo sviluppo del misterioso siero del supersoldato, in grado di potenziare le abilità umane oltre ogni misura e offrire alle truppe a stelle e strisce l’arma con cui scardinare il giogo nazista. Cap prenderà parte alla Seconda Guerra Mondiale e guiderà i suoi commilitoni alla vittoria, evento che avrà un sapore decisamente amaro. Durante gli anni di addestramento, infatti, si creerà un rapporto di amicizia profonda con il giovane Bucky Barnes, che ben presto diventerà la spalla della Sentinella della Libertà. Al termine di una cruciale operazione militare, però, i due sacrificheranno le proprie vite per assicurare la definitiva sconfitta dell’esercito tedesco. Sappiamo bene che entrambi i personaggi ritorneranno sulla scena: Capitan America resterà ibernato nei freddi mari del nord dove anni dopo verrà recuperato e riportato in vita dagli Avengers; Bucky verrà invece lobotomizzato e trasformato nel Soldato d’Inverno. La storia scritta da Loeb parte proprio dal momento del risveglio di Steve in un’epoca non sua, dal momento in cui realizza che, nonostante i suoi innumerevoli sforzi, il suo fedele amico è morto.
Questo viaggio nei meandri della memoria permette al lettore di cogliere ulteriormente la vera natura di Capitan America. Se il giallo rappresenta la codardia, il blu la profondità e il grigio quella zona di mezzo tra posizioni antitetiche, il bianco è il candore, la purezza dell’animo di Steve. Scorrendo le pagine di questo volume abbandoniamo tutte le velleità di trasformare lo scudo stellato in un simbolo di propaganda, lotta, integrazione che stanno caratterizzando il ciclo di storie contemporanee, per godere di quelle ambientazioni originali che hanno dato il via alla creazione del mito di questo paladino della giustizia. E in questi episodi la sua natura buona, limpida, cristallina si staglia contro l’oscurità delle tenebre gettate sul mondo dai gerarchi nazisti, in un sacrificio stoico per la salvezza del genere umano. Loeb è bravo nel realizzare la più classica delle storie a fumetti, tipica della Golden Age dei comics, in cui l’eroe arriva per salvare i buoni, vittime di una situazione dalla quale sembrerebbe non esserci più uscita. Ritroviamo i fasti delle storie di Joe Simon, Stan Lee, Jack Kirby, John Romita Sr. ma Loeb non si limita a scrivere un sentito omaggio a quell'epoca d'oro della narrativa disegnata, preferendo conferire una profondità e un’autorialità alla storia che rendono questo ultimo capitolo della tetralogia dei colori l’ennesimo capolavoro firmato con Sale.
Capitan America: Bianco è una splendida opera che saprà riconciliarvi con il piacere della lettura. L’arte travalica le divisioni di genere per sublimarsi nella profondità, nell’intensità e nella bellezza di queste pagine.