Caos calmo
La vita di un importante manager viene scossa dalla morte della moglie. Pellicola mediocre, anche nella chiacchieratissima scena di sesso tra Nanni Moretti e Isabella Ferrari...
Recensione a cura di ColinMckenzie
TitoloCaos calmoRegiaAntonello GrimaldiCast
Nanni Moretti, Blu Yoshimi, Alessandro Gassman, Valeria Golino, Isabella Ferrari, Hippolyte Girardot, Kasia Smutniak, Denis Podalydès, Charles Berling, Silvio Orlando
Togliamoci il pensiero. D'altronde, in questi giorni non si è parlato d'altro, complice un filmato preso con il telefonino della scena di sesso tra Nanni Moretti e Isabella Ferrari (a proposito, o dobbiamo credere che i realizzatori sono così stupidi da non sorvegliare un momento così delicato e permettere l'uso furtivo dei telefonini sul set, o pensare malignamente che sono stati bravissimi).
Tolti i 4 minuti di sesso, i restanti 108 della trasposizione del romanzo di Sandro Veronesi come sono? Decisamente mediocri, anche se temevo peggio. Il film ha due grossi problemi. Da una parte, è una storia fin troppo esile, che in altri tempi si sarebbe definita 'piccolo borghese', ma che ora possiamo semplicemente chiamare noiosetta. D'altronde, difficile rendere bene questi temi introspettivi al cinema, a meno di non chiamarsi Bergman. L'altro problema, paradossalmente, è che il clima è fin troppo irreale. Troppe scene, infatti, non sono assolutamente verosimili. Penso alla sequenza della terapia (recitata anche malissimo), ma soprattutto alla (fondamentale) scena del salvataggio iniziale. Ora, non vorrei esagerare, ma è emblematica di un certo pressapochismo italiota. Come è possibile far credere veramente che non una, ma due persone stiano affogando in una mare così tranquillo? D'accordo UN malore, ma DUE? Non parliamo poi delle offerte lavorative incredibili che vengono fatte ad una persona che non è assolutamente in grado di far nulla in quel momento...
Decisamente meglio va con i personaggi di contorno, soprattutto Gassman (una sorpresa, nettamente il più bravo) e la Golino, in un ruolo non semplice. Blu Yoshimi (che interpreta la figlia del protagonista) se la cava bene, ma talvolta le vengono messi in bocca discorsi troppo maturi e complessi per la sua età (a proposito di realismo). Stona invece un po' l'utilizzo della musica, sia in alcune canzoni (Rufus Wainwright non era forse indicato) che nella colonna sonora, che è stato uno dei maggiori problemi della lavorazione (quella iniziale e jazzistica è stata infatti rifiutata).
Comunque, la morale sembra essere questa: se rimanete su una panchina senza fare nulla, frotte di belle donne vorranno conoscervi (in tutti i sensi) e dei magnati dell'economia mondiale vi faranno delle proposte economiche straordinarie. Che dite, è il caso di provarci?
P.S. Se qualcuno scrive che il film è stato accolto da applausi, non ci credete. Come avviene spesso in questi casi, ad applaudire è stata solo una parte ben precisa della sala, ovviamente la solita claque. Per il resto, direi una grande freddezza, in linea con il tono della pellicola...