Cannibal Family 16: Death Race, la recensione

Abbiamo recensito per voi Cannibal Family 16: Death Race, pubblicato da Edizioni Inkiostro

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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The Cannibal Family 16: Death Race, anteprima 01

L'ultimo numero di Cannibal Family, il sedicesimo, è stato presentato da Edizioni Inkiostro in anteprima alla scorsa edizione di Lucca Comics & Games e distribuito in fumetteria a novembre. Visto il successo crescente che si sta conquistando il titolo ideato da Rossano Piccioni e Stefano Fantelli, il formato è ormai da diverso tempo brossurato, con una foliazione sempre più generosa, tant'è che Death Race conta ben cento pagine e quattro storie.

L'addio alla versione spillata della collana è avvenuto con la pubblicazione successiva a Nel dolore di ogni lacrima (Cannibal Family 12, marzo 2017); dopo quel racconto ambientato nel presente, ha fatto nuovamente ritorno il filone narrativo legato al passato di Alfredo Petronio, ma Death Race contiene altri due racconti tutti da scoprire.

La trama portante continua a seguire la vacanza di Alfredo in compagnia della nipote Sara (cominciata in Cannibal Family 13: La morte di Petronio, dell'agosto 2017). Nell'episodio che apre l'albo, Il nostro pasto quotidiano, Fantelli ai testi e uno straordinario Paolo Antiga ai disegni ci descrivono come il viaggio, che doveva essere una pausa rilassante per i due, si sia trasformato in un incubo, il cui responsabile resta ancora velato di mistero. Quel che è certo è che la famiglia Petronio è in grave pericolo, minacciata non solo da nemici esterni ma anche da una progressiva e preoccupante perdita di controllo di alcuni dei suoi membri, Argo e Gabriele, rispettivamente il figlio e il nipote di Alfredo.

Luna, di Luca Blengino e Rossano Piccioni per le matite di Gero Grassi, fa da intramezzo e da prologo introducendo in perfetto e scioccante stile Ink la comprimaria della vicenda, che prende il via in Death Race. Si tratta del fumetto realizzato con stile singolare e inconfondibile da Rossano Piccioni in qualità di autore completo; dà il nome all'intero albo e ci propone un'altra tragica avventura della gioventù di Alfredo. Il protagonista è coinvolto suo malgrado in una folle gara automobilistica in cui si scommette su chi è costretto a correre per la libertà o per la morte, secondo le regole di un avversario di vecchia data del Nostro.

The Cannibal Family 16: Death Race, anteprima 03

Tuttavia, il racconto più terrificante e selvaggiamente cannibale del brossurato è senza dubbio quello imperniato su un lontano periodo di carestia e fame, in cui l'uomo arrivava a smembrare e mangiare i propri simili per il suo sostentamento. Jacopo Masini elaborando una sorta di spin-off del soggetto originale, si rifà al numero zero della serie, andando a recuperare un passo tratto dall'episodio Dalle ferite, in cui Margherita Cafiero legge al futuro marito Alfredo i resoconti di Rodolfo il Glabro (monaco realmente esistito e uno dei maggiori cronisti del Medioevo), parlandogli del “libro che ci ha mostrato la via... per sopravvivere...” e iniziandolo così all'antropofagia.

In Cannibal 1033, Masini con l'aiuto del tratto graffiante e sporco di Ester Cardella, protagonista di una prova superlativa, compone un piccolo gioiello di infinito dolore e strazio, raggiungendo il fondo dell'abisso che alberga nell'animo umano, o semplicemente la componente animale della nostra natura, che troppo spesso dimentichiamo possa scatenarsi inesorabilmente.

Cannibal 1033 penetra e lacera senza pietà ogni scudo difensivo eretto dai nostri preconcetti. Solo la consueta parodistica ricetta in quarta di copertina, Polpaccio di lapdancer al forno con patate - per gli amanti dei piatti tipicamente invernali - riesce a riconsegnarci uno scampolo di sorriso.

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