[Cannes] De rouille e d'os (Ruggine e Ossa), la recensione

Arriva la testa d'ariete del cinema francese al Festival di Cannes ed è all'altezza delle aspettative, magari non da Palma ma da premio minore sicuramente...

Critico e giornalista cinematografico


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Attesissimo da tutta quella parte di cinefilia che trova nei film degli estremi di Audiard la piena realizzazione di una poetica di corpi che il cinema a tratti e a folate insegue fin dagli inizi, De rouille e d'os radicalizza ancora di più il discorso mettendo in relazione due esseri umani. Una è un'addestratrice di Orche, un altro è un violento ex pugile, ladro con bambino a carico, un uomo che fin da subito è presentato come negativo.
I due si incontrano prima in discoteca (lui buttafuori, lei malmenata) e poi di nuovo dopo l'incidente di lei (un'orca le mangia le gambe, ma che idea incredibile è?!?).

Da questo secondo incontro scaturisce tutto quello che accadrà nel film. Si sviluppa infatti un rapporto sessuale ma non necessariamente sentimentale (almeno per uno dei due) e una relazione fisica e visiva che è la componente più devastante di questo film. In questo senso una volta tanto vale la pena lodare davvero il lavoro degli attori, che nel mostrare il fisico e le relazioni che si instaurano a partire da esso giocano un ruolo determinante, anche per questo, com'era prevedibile Marion Cotillard oscura totalmente il compagno Bouli Lanners, basterebbe anche solo il mutamento nel volto nella scena che segue l'atto sessuale a dimostrarlo ma lo stesso c'è tutto un film che lo ribadisce.

Risse, gambe mozze, forza e fragilità, un fisico distrutto e uno distruttivo e la tensione sessuale che accomuna e pone in armonia il fragile corpo femminile alla potenza in generale (il confronto tra Marion Cotillard e l'orca, dopo l'incidente, riassume questo concetto intero in una scena sola e in un momento straordinario).

Senza esagerare da nessuna parte e con l'idea di rimanere il più semplice possibile, nonostante i temi in ballo e i diversi twist della trama (molti dei quali non seguiti fino in fondo nè approfonditi per scelta), Audiard racconta la storia dell'incontro tra una persona con delle menomazioni (negli altri film erano l'udito o una diversa lingua, qui il fisico) e un'altra dall'attitudine pericolosa e violenta. Il massimo del fragile che trova un equilibrio insperato assieme al massimo del pericoloso. E quest'incontro può o meno risultare in una storia d'amore canonica, non importerà, perchè l'importante (sembrano affermare le immagini del film) è che questa relazione tra opposti esista e viva di un'armonia che pare incredibile e che in un certo senso racconta più di quanto la trama non dica.

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