Cannes 71 - Girls of The Sun, la recensione
Massimalista, urlato, goffo e pensato per esaltare le donne in quanto tali, Girls Of The Sun, usa un argomento molto duro per veicolare idee così semplici che fanno sentire in imbarazzo
Il secondo invece è più grossolano, e sta nella maniera in cui urli e sottolinei tutto. Nel suo sforzo di far comprendere come queste combattenti siano molto migliori degli equivalenti maschili, come siano delle guerriere prima nella vita e poi sul campo (un parallelo abusatissimo che pare a lei sembri nuovo), come siano in grado di fare quel che fanno gli uomini (cosa che effettivamente avviene nella realtà) ma con uno spirito decisamente migliore, Girls Of the Sun sceglie sempre la via del melodramma urlato, dei drammi intensi e dei dolori profondi. Le sue protagoniste sono migliori perché anche nell’inferno mantengono un’umanità, e sia l’inferno, sia l’umanità sono mostrati senza mezzi termini.
Incredibile che in un’operazione così pensata e dall’obiettivo così chiaro, davvero alla fine si finisca per riproporre la dicotomia dolcezza contro durezza nel confronto uomo/donna, dipingendo queste protagoniste come fiori induriti, ma pur sempre fiori. E tutto ciò è fatto così goffamente da lasciare anche che i personaggi si facciano i complimenti e si lodino a vicenda, culminando in un finale con voce fuori campo che suona come una chiamata alle armi per tutte le donne del mondo. Cinema che non convince nessuno, non smuove una testa, non alza un granello di polvere che non sia già stato alzato da qualcun altro altrove e con più intelligenza.