Cannes 71 - Asako I & II, la recensione

C'è un obiettivo originale e unico in Asako I & II, raccontare come il tempo influisca sui sentimenti introducendo caos in vite razionali

Critico e giornalista cinematografico


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C’è qualcosa di eterno ed immortale nella storia di Asako I & II, qualcosa che ha a che vedere con l’influenza del tempo nei nostri sentimenti e il caos che questi possono portare in vite altrimenti razionali. Ryusuke Hamaguchi ha l’ambizione di raccontare tutto ciò con una storia di incredibile ordinarietà che potrebbe essere davvero accaduta, portata con il medesimo tono di un racconto fatto in una serata tra amici di un fatto avvenuto a qualcun altro. L’ordinario e il quotidiano che nascondono il paradigmatico.

In una bellissima scena iniziale, l’unica lontana dal naturalismo e un po’ pompata, Asako incontra un ragazzo ed è subito passione (per come può avvenire per due ragazzi giapponesi eh!), lei è molto controllata, razionale e timida, lui più sfrontato. La storia dura un paio di anni poi lui, di punto in bianco, se ne va e scompare. Cinque anni dopo Asako incontrerà un altro ragazzo, identico al primo per fattezze, ma diverso di carattere e con lui avrà una storia seria, lunga e soddisfacente. Almeno fino a che non scoprirà che il primo è diventato una star e c’è la possibilità di reincontrarlo.

Arriverà il caos e una persona razionale farà cose senza senso, che Hamaguchi guarda con un portato suggerito di emotività giovanile, immaturità sentimentale in grado di tradire una certa ammirazione da lontano. “You’re awful but kind of cool” diranno ad Asako le amiche quando comincerà a comportarsi in modi ingiustificabili, ed è un po’ quel che il film cerca di dire. Non solo è complicato non identificarsi in una ragazza che insegue un amore che appartiene al suo passato ma sembra non essere mai morto (anzi! il tempo gli ha dato una strana forza), ma è anche difficile non stimare la sua voglia di credere in una vita piena e non temere di mandare all’aria tutto in questo desiderio.

Che poi Hamaguchi cerchi ciò in una donna che lui stesso ha scritto come molto razionale, timida e controllata non fa che aumentare il senso dell’operazione. Per arrivarci infatti guardiamo l’ordinarietà della sua vita da vicino, viviamo un rapporto sentimentale quasi giorno per giorno, con alti e bassi, con quelle soddisfazioni e difficoltà che nella vita mettono alla prova ma al cinema cementano il rapporto della coppia con gli spettatori, che è vicino a loro nell’unione ma soprattutto nelle difficoltà. Il risultato non è un film eccezionale ma che racconta qualcosa di inusuale con una grande abilità e un controllo che suona giusto.

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