Cannes 68 - Valley of Love, la recensione

La nostra recensione di Valley of Love, con Gérard Depardieu e Isabelle Huppert presentato in concorso al Festival di Cannes

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Lui e lei erano sposati molti anni fa, poi il divorzio e una nuova vita segnata tragicamente però dal sopravvenuto suicidio del primogenito, da tempo allontanatosi da entrambi. Sono passati alcuni anni da allora, quando entrambi si reincontrano in California per esaudire l’ultimo desiderio del figlio arrivatogli attraverso una misteriosa lettera: per sette giorni i due dovranno passare una giornata assieme nella suggestiva Valle della Morte. Se lo faranno, lui - il figlio - farà modo di apparirgli.

Lo spunto fantastico (il ritorno dall’oltretomba) si trasforma in un espediente per la rielaborazione del lutto di due genitori nel nuovo film di Guillaume Nicloux (Una questione privata, L’Eletto). L’intera pellicola si poggia sulla bravura dei due protagonisti, la sempre inappuntabile Isabelle Huppert e il ritrovato Gérard Depardieu. Sono i loro dialoghi, gli sguardi reciproci, la capacità di evocare attraverso gesti, movimenti ed espressioni a evocare un passato familiare di cui non ci viene mostrato niente e che eppure, gradualmente, ci sembra di sapere tutto. E dire che la sceneggiatura dello stesso Nicloux cerca di fornire il minimo indispensabile quanto a informazioni. Si scherza (con una trovata molto divertente) sui lavori dei due personaggi, ma la verità non ci viene mai fornita così come non ci vengono fornite le ragioni della separazione. Si giova in levare, non si sa, e in definitiva, non si vede, ciò che accade davvero, ci si deve affidare solo a ciò che ci dicono protagonisti, un atto di fede che, per fortuna, le interpretazioni sostengono. Non potrebbe essere altrimenti, almeno per Depardieu che ci mette tutto, compresa l’ormai emorme pancia per fare ridere e commuovere allo stesso tempo. Non deve essere stato facile per lui, che ha perso il figlio nel 2008 il figlio trentasettenne Guillaume, affrontare un ruolo così vicino a emozioni che ha provato in prima persona.

Valley of Love non è un film perfetto, lo spunto narrativo non è così forte da tenere novanta minuti di pellicola, ma l’interessante modalità di racconto, nonché vedere sul grande schermo i duetti di due maestri della recitazione com Huppert e Depardieu, ne giustificano la presenza in concorso al Festival di Cannes 2015.

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