[Cannes 66] Jodorowsky's Dune, la recensione

Il documentario che ricostruisce il Dune mai realizzato da Alejandro Jodorowsky è un dei viaggi più esilaranti nella mania di grandezza quasi finalizzata di un genio...

Critico e giornalista cinematografico


Condividi

Il genere di appartenenza è quello del documentario di filologia cinefila, cioè quei film che ricostruiscono altri film perduti, che fanno chiarezza su episodi oscuri o raccontano per la prima volta una storia. Eppure la forma di Jodorowsky's Dune non assomiglia ai soliti documentari di filologia cinematografica.
Pur andando a parlare a tutte le parti in causa raggiungibili e pur essendo maniacale nella sua ricostruzione di quello che viene definito inizialmente (da Nicolas Winding Refn) probabilmente il più grande film della storia del cinema tra quelli che non si sono mai fatti, lo stesso l'atteggiamento del film di Frank Pavich nel ricostruire la storia del Dune mai fatto da Jodorowsky (al quale dovevano collaborare Orson Welles, Dalì, Moebius, Giger, Foss, i Pink Floyd e Mick Jagger) è scanzonato, divertito e incosciente.

Gran merito di questo mood contagioso è di Alejandro Jodorowsky stesso, principale narratore della storia, 84enne vispo come pochi (ma sa anche caricare i suoi occhi di un odio fenomenale come quando parla del denaro), narratore della propria storia con un piglio quasi herzoghiano per come si ha l'impressione che gonfi tutto di dettagli magnificanti (ed è molto intelligente Pavich a mostrarci, ad un certo punto, il controcanto di Amanda Lear, fidanzata al seguito di Dalì all'epoca dei fatti, su alcune affermazioni del regista relative al loro incontro).

Quel che ne esce è una storia grandiosa, un film contemporaneamente dalla parte dei protagonisti della storia ma anche un passo indietro, conscio di non esserne parte e capace di guardarli con una punta di sguardo critico. Un storia piena di fatti veri ma con molte concessioni che la rendono magnifica da ascoltare. L'impresa titanica di fare un Dune con un folle alla guida e alcuni dei più grandi artisti disponibili su piazza a collaborare, è tanto assurda quanto il fatto che si sia arrivati davvero vicini alla sua materializzazione.

C'è una quantità di umorismo in questo documentario che stupisce ma non getta mai Pavich fuori dalla sua strada. Infatti, a margine dell'ironia e del divertimento con cui gli stessi protagonisti rievocano i fatti realmente vissuti, Jodorowsky's Dune ricostruisce come può con un puntiglio ammirevole il film a partire dal materiale a disposizione (storyboard e bozzetti), cercando disperatamente di dare una vera idea di come sarebbe potuto venire.

Le esagerazioni finali su quanto la bibbia contenente tutte le informazioni sul film, circolata negli studios di Hollywood, abbia influenzato la fantascienza a venire (per quanto qualcosa sia indubbio) sono un dolce sogno da fan che non si può non guardare con atteggiamento benevolo.

Continua a leggere su BadTaste