[Cannes 66] Blind Detective, la recensione

In pausa dai polizieschi Johnnie To gira una commedia commerciale con il medesimo rigore che applica al resto della sua produzione. Un eroe.

Critico e giornalista cinematografico


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Anche quando c'è da far commedia Johnnie To non riesce a non girare un poliziesco. In questo caso prende Andy Lau, gli leva la vista e gli affianca una partner d'azione, poliziotta esperta di arti marziali e armi da fuoco con il cuore inquieto mentre lui è ancora innamorato di una tanguera conosciuta prima di diventare cieco. Il MacGuffin è l'investigazione su una comparsa avvenuta anni prima, il punto della questione è girare un film d'intrattenimento leggerissimo con i mezzi del cinema migliore.

Basterebbe anche solo la prima lunga sequenza, in cui il detective cieco pedina un possibile colpevole per incastrarlo e riscuotere la taglia messa sulla sua testa dalla polizia (mentre la polizia stessa lo pedina convinta che lui troverà prima di loro il colpevole, salvo poi fare l'arresto per primi ed evitare di pagare) per dimostrare come sia possa utilizzare tutta la conoscenza in materia di cinema di poliziotti e di thriller per fare altro. L'altro in questo caso è raccontare due personaggi disegnati con maestria rara, un detective ineffabile che non somiglia ai molti altri suoi simili e una poliziotta che fa il lavoro sporco ma sogna un futuro tenero, uniti fin dal primo incontro in un tango che gli serve ad evitare di essere bruciati dall'acido, alla stessa maniera del miglior cinema d'avventura comica americano degli anni '80.

Purtroppo come spesso capita ai film orientali ci sono delle lungaggini di troppo verso tre quarti, e si comincia a desiderare una conclusione ma sono dettagli. Blind Detective è la dimostrazione di come sia possibile unire il cinema smaccatamente commerciale e ruffiano con le idee migliori di intrattenimento.

Infatti nel suo agitare uomo e donna in maniera non diversa dalle solite commedie sentimentali americane Johnnie To applica uno stile non lontano da quello impeccabile del suo protagonista. Si muove con grazia, conosce il tango, ama la cucina, si abboffa, si contiene quando deve e al momento del dunque applica ragionamenti inesorabili per fini romantici.
Il cinema migliore.

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