[Cannes 2014] Incompresa, la recensione
La nostra recensione di Incompresa, il nuovo film diretto da Asia Argento con Charlotte Gainsbourg e Gabriel Garko presentato nella sezione Un Certain Regard...
Scegliere un titolo che, da solo, già definisce il senso del film è abbastanza ambizioso. Se poi, per evitare il rischio che non si sia stati abbastanza chiari, i titoli di testa recitano addirittura “Giulia Salerno è: Incompresa”, presentando di fatto l’attrice protagonista come colei a cui quell’aggettivo è associato, allora viene da pensare che in realtà è tutta una strategia, che si seguirà qualche strada inedita per spiegarci a cosa si rivolga il titolo, non può essere tutto così semplice e palese. Ed invece no, è proprio così.
Al suo terzo film da regista dopo Assenzio (2001) e Ingannevole è il cuore più di ogni cosa (2004), Asia Argento ha solo un merito: non essere arrivata ai livelli degli ultimi lavori di papà Dario. E dire che per scrivere questo soggetto è stata coadiuvata dalla scrittrice Barbara Alberti.
Mettiamo in chiaro che non c’era nessun pregiudizio negativo davanti a questa visione, anzi si sperava per il meglio anche perché Ingannevole è il cuore più di ogni cosa era un film con alcuni momenti apprezzabili. Di quel lavoro l’Argento riprende il disagio infantile e le responsabilità della famiglia, ma lo fa all’acqua di rose sprecando oltretutto una Charlotte Gainsbourg a cui, forse senza pensare che in questo stesso periodo sarebbe uscito anche Nymphomaniac, è rivolta una splendida battuta da un arrabbiato Gabriel Garko: “Sei una tr***, ti sei sco**** tutti, anche un nano!”.
Dell’interpretazione di Garko, qui anche coproduttore, diciamo semplicemente che è la solita, nessuna sorpresa. Riuscire a presentare un film del genere a Cannes, sezione Un Certain Regard, rimane invece il vero mistero.