Candy: Morte in Texas, la recensione

Candy: Morte in Texas fa il suo lavoro onestamente, con delle performance convincenti, ma non riesce a lasciare il segno

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Candy: Morte in Texas la recensione della miniserie, disponibile su Disney+ dal 12 ottobre.

Cosa succede quando la pressione sociale non è più sostenibile? Cosa succede quando la vita apparentemente perfetta crolla sotto i colpi d'ascia di una crisi di nervi? È quello che è successo in Texas nel 1980 a Candy Montgomery, accusata dell'omicidio di una sua vicina di casa a causa di un attacco di gelosia.

Uno dei generi più in voga degli ultimi anni è sicuramente il true crime. Le miniserie basate su omicidi reali che riescono a coinvolgere il pubblico in pochi episodi, raccontando fatti drammatici in maniera romanzata. Basti vedere il successo di Dahmer su Netflix, che in poche settimane è diventato uno dei prodotti più visti della piattaforma.

Candy: Morte in Texas racconta in cinque episodi la sventurata storia di Candy Montgomery, casalinga texana dalla vita perfetta, e della vita ricca di compromessi morali e religiosi dell'inizio degli anni '80. Uscita lo scorso maggio per cinque sere consecutive su Hulu, la serie con Jessica Biel ha debuttato anche nel nostro paese lo scorso 12 ottobre, in esclusiva nella sezione Star di Disney+.

La trama di Candy: Morte in Texas

Candice “Candy” Montgomery è una casalinga modello, la tipica moglie perfetta. Un marito che la ama, due figli, una casa perfetta, benvoluta dalle amiche, una donna di chiesa esemplare. Le sue giornate sono scandite da una routine efficace ed esemplare, che causa l'invidia delle altre donne del quartiere. Betty Gore (Melanie Lynskey) è il suo esatto opposto: chiusa, convinta delle sue credenze, oppressiva e poco considerata dalla comunità, inoltre la relazione col marito sembra in crisi. Durante un tragico venerdì 13, il corpo di Betty verrà ritrovato esanime, colpito da 41 colpi d'ascia. Chi è stato? Tutti gli indizi portano a Candy, ma perché lo ha fatto?

Nel corso dei cinque episodi, la miniserie con Jessica Biel si prende tutto il tempo di presentarci le due protagoniste e le loro famiglie. Scopriamo l'amore e gli alterchi di Pat (Timothy Simons) e di Allan (Pablo Schreiber). Impariamo a capire le differenze tra Candy e Betty nel passato, mentre nel presente la polizia inizia a indagare sul crimine. Per vedere l'omicidio vero e proprio però, toccherà aspettare l'episodio finale e quando ci si arriva c'è il sapore del piatto forte raggiunto da una strada di molliche di trama creata ad hoc dal primo minuto di Candy. Questo ritmo allungato, potrebbe dissuadere i più dalla visione di un ennesimo crime, soprattutto considerando che l'anno prossimo anche HBO proporrà la sua versione della storia della Montgomery, anche se in quel caso la donna avrà il volto di Elizabeth Olsen.

L'empatia di Candy

Da un lato prettamente empatico, la miniserie riesce a trasmettere la chiusura mentale degli anni '80 in Texas, con donne all'apparenza perfette ma capaci di crollare sotto il peso della vita. Donne che cercano in ogni modo di tenere duro, fino a quando una parola, una risata, o semplicemente una carezza fanno traboccare il vaso d'emozioni e si rovesciano sul malcapitato di turno. Donne intrappolate in relazioni insoddisfacenti che cercano una via di fuga, ancora prima di capire cosa vogliono realmente.

Una maschera dell'apparenza che si sgretola pian piano, giorno dopo giorno, ora dopo ora. Con la sua regia diretta e senza troppi manierismi, colorata da una fotografia a tinte rosse, Candy riesce a convincere quasi del tutto, se non fosse per l'incapacità di farci apprezzare la vittima.

Questo è anche il più grande problema di Candy: Morte in Texas. Farci provare empatia per la protagonista. Certo, nella realtà la Montgomery è stata scagionata per legittima difesa, ma la miniserie di Hulu non fa nessuno sforzo per farci provare pietà per Betty. La maggior parte delle volte ci viene dipinta come una figura negativa rispetto alla figlia, al marito, all'intera comunità. Ci sono ben poche occasioni per apprezzare Betty nella serie. E non per un demerito della Lynskey, che ci teniamo a precisare ha fatto un ottimo lavoro e le scene condivise con la Biel sono tra le migliori dello show, ma per una mancanza di lati positivi del personaggio. Quindi non ci ritroviamo a tifare per Candy mentre le assesta l'ennesimo colpo d'ascia, ma non siamo riusciti neanche a dispiacerci più di tanto per la morte di una donna possessiva e gelosa.

Candy: Morte in Texas può facilmente essere definito come l'ennesimo true crime di questi anni. Una miniserie che consigliamo solo se siete appassionati del genere, ma che non arriva mai a lasciare il segno. Fa il suo lavoro onestamente, con delle performance convincenti (tra cui anche Justin Timberlake) ma non va oltre a questo. Forse con qualche taglio sul passato, avrebbe potuto fare quel passo in più che la rendesse una serie da guardare assolutamente.

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