Call of Duty: Black Ops Cold War, non è come Modern Warfare, ma va bene lo stesso | Recensione

Call of Duty: Black Ops Cold War non raggiunge la magnificenza di Modern Warfare, ma non per questo è un capitolo che non merita tutta l’attenzione e l’affetto dei fan della saga di Activision

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Call of Duty: Black Ops Cold War, non è come Modern Warfare, ma va bene lo stesso | Recensione

Per Call of Duty: Black Ops Cold War, la strada era certamente in salita. Dopo l’ottimo Modern Warfare, che al contrario doveva solo riconquistare la fiducia dei fan dopo lo zoppicante Black Ops IIII, l’iterazione pubblicata lo scorso 13 novembre aveva l’obbligo di riconfermare la nuova direzione intrapresa da Activision, costretta a dimostrare al suo pubblico di aver imparato dagli errori del passato e a non dare per scontato che basti il buon nome del brand per convincere l’audience all’acquisto automatico.

A conti fatti, la missione può dirsi compiuta alla grande, nonostante qualche piccola sbavatura che pone il gioco mezzo gradino sotto al predecessore, paradossalmente più impattante sul profilo grafico, più bilanciato in termini di multiplayer competitivo.

Le premesse su cui poggia la campagna in singolo sono semplici ed efficacissime: visto che Black Ops, l’originale beninteso, era tanto piaciuto, perché non riprendere esattamente da lì?

Detto, fatto. Bentornati in piena Guerra Fredda, negli Anni ’80 per la precisione, nuovamente in compagnia di Mason, Woods e altri figli di una buona donna già noti ai fan. La trama, pur non senza qualche colpo di scena, è diluita tra missioni principali e due secondarie, quel tanto che basta per inscenare un intrigo sufficientemente stuzzicante. Manca la profondità, e anche la violenza, dei temi trattati in Modern Warfare, ma gli amanti di film di spionaggio avranno di che divertirsi tra agenti sotto copertura, traditori e insabbiamenti di ogni genere.

[caption id="attachment_219529" align="aligncenter" width="1000"] Si può scegliere quale modalità di Call of Duty: Black Ops Cold War installare, così da risparmiare spazio sul disco e tempo[/caption]

Non solo, la narrazione si apre a flash-back e digressioni, espediente sfruttato dagli sviluppatori per infondere varietà, di situazioni e ambientazioni, all’avventura. Call of Duty: Black Ops Cold War, in questo senso, è promosso a pieni voti tra missioni di infiltrazione, pedinamenti, sezioni a bordo di veicoli, ovviamente decine e decine di furiose sparatorie.

La complessità del level design non è tale da rendere giustizia alle fasi stealth come ci si aspetterebbe, ma per il resto il gioco non delude le aspettative, offrendo un buon mix di adrenalina e tensione, il tutto disciolto in un set di ambientazioni, che spaziano dalla fredda Russia alle calde foreste del Vietnam, convincenti per quanto riguarda l’art design.

Come anticipato, sono disponibili anche due missioni secondarie, che aiutano a far lievitare la longevità della campagna alle sette, otto ore necessarie per completarla. Queste non solo concorrono ad influenzare il proseguo della trama, ulteriormente modellata da alcune scelte da effettuare durante le missioni che conducono ad un diverso finale, ma per essere completate con successo necessitano di una certa applicazione da parte dell’utente. Prima di avviarle, infatti, dovrete tentare di risolvere dei semplici enigmi, aiutandovi con gli indizi scovati e raccolti negli altri livelli, scoprendo solo al termine delle missioni stesse se la risposta data fosse quella corretta o meno, con tutte le ripercussioni del caso sul proseguo della storia.

In generale, la campagna di Call of Duty: Black Ops Cold War diverte e appassiona, pur non toccando le vette raggiunte da Modern Warfare. In parte, un tale giudizio è dovuto anche ad un comparto grafico inspiegabilmente meno performante. Sia chiaro: parliamo di un titolo tirato a lucido, che spinge al limite PlayStation 4 e Xbox One. Eppure gli effetti luce e la pulizia grafica del predecessore restano ben altra cosa.

Qualche piccola perplessità l’attira anche il multiplayer competitivo, dove il bilanciamento della modalità è messa in discussione dall’estrema efficacia di alcune bocche di fuoco. Inoltre, si segnala una gestione dei respawn assolutamente rivedibile, con continue riapparizioni a fianco di avversari, spesso già appostati nei punti generalmente prestabiliti, pronti ad impallinare gli ignari giocatori appena tornati in partita. Fortunatamente questo è un espetto su cui Activision è già al lavoro, in un costante e continuo lavoro di affinamento che sicuramente darà sul lungo periodo gli effetti sperati.

Per il resto, le mappe disponibili soddisfano tutti i requisiti a cui la saga ci ha ormai abituato. Alcune, come quella ambientata tra le strade di Miami, sono leggermente troppo dispersive, o premiano fin troppo il cecchinaggio, ma il livello generale è davvero buono, con una varietà tale che accontenterà un po’ tutti.

Forse il time to kill lievemente più generoso rispetto a quello di Modern Warfare indispettirà qualcuno, ma il ritmo di gioco è frenetico come sempre, né il gunplay ha subito modifiche.

[caption id="attachment_219027" align="aligncenter" width="1000"] Purtroppo nel multiplayer competitivo abbondano i cheater. Anche in questo senso Activision deve correre in fretta ai ripari[/caption]

Promosse anche le due nuove modalità introdotte da questo capitolo. In Bomba Sporca si vince raccogliendo uranio uccidendo gli avversari e detonando in giro per lo scenario diversi ordigni. In Armi Combinate due team di dodici giocatori si dovranno contendere una zona neutrale al centro della mappa, prima di partire alla conquista della base avversaria.

Ottima anche la Modalità Zombie, per quanto priva di chissà quali novità. Icone e indicatori sulla mappa aiuteranno anche i neofiti a orientarsi sul campo, che adesso sapranno dove dirigersi per sbloccare nuove zone della mappa e raggiungere così nuovi potenziamenti, ma per il resto tutto si svolge su binari ormai noti e apprezzatissimi. Certo, qualche novità non avrebbe guastato, ma le mappe presenti sazieranno le pretese degli amanti degli zombie.

Call of Duty: Black Ops Cold War non raggiunge la magnificenza di Modern Warfare, ma non per questo è un capitolo che non merita tutta l’attenzione e l’affetto dei fan della saga di Activision. Si tratta di un ottimo FPS, stupefacente in ogni sua parte costituente. La campagna in singolo è appassionante, il multiplayer competitivo adrenalinico come ce lo aspettavamo, la modalità zombie assuefacente in maniera quasi inspiegabile.

Mancherà magari quella profondità di temi e quella pulizia d’immagine del predecessore, ma per i fan del brand è sicuramente la riconferma che la loro saga del cuore sta vivendo un buon momento.

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