Calciatori contro mutanti, la recensione
Senza avere una chiara nozione del calcio nè una gran conoscenza dei calciatori che coinvolge Calciatori contro mutanti lo stesso è stato prodotto
La recensione di Calciatori contro mutanti, disponibile su Netflix dal 9 novembre
Al Yankovic, il musicista e comico, ingaggia un piano per succhiare ai grandi calciatori americani il loro talento ed essere così il più bravo calciatore all’All Star Game. Per farlo impiega delle viscide lumacone verdi che trasformano in mostri. Un team di bambini appassionati di calcio aiuterà i campioni a riprendersi il loro talento (che tuttavia non pare averli mai abbandonati perché con un po’ di allentamento tornano fortissimi) in una partita di calcio comica.
Nulla nella scrittura fa pensare che lo sceneggiatore Deeki Deke abbia lavorato duramente per creare un arco inappuntabile, in cui il godimento e il ritmo vanno di pari passo. Anzi. Calciatori e mutanti non sa molto né dei suoi talent (raccontati sempre nella stessa maniera) né tantomeno, come fa intuire il suo titolo originale The Soccer Football Movie, del calcio (ci sarà un goal all’ultimo minuto che decide tutto come se nel calcio, al pari della pallacanestro, si giocasse il tempo effettivo e non ci fossero i recuperi). A questo si aggiungano alcuni goffi tentativi di coinvolgere un pubblico 40enne (l’uso in colonna sonora del brano You’re The Best Around dalla colonna sonora di Karate Kid fa sorridere di imbarazzo) e la totale mancanza di capacità di fare umorismo che non sia lasciato alle interpretazioni e Calciatori contro mutanti diventa in fretta l’esempio più flagrante di produzione derelitta all’americana in cui paiono credere poco gli stessi talent che si sono prestati. Ibrahimovic infatti doppia se stesso solo in inglese, non italiano e nemmeno nella sua lingua, lo svedese!