Cadence of Hyrule: Crypt of the NecroDancer Featuring The Legend of Zelda e il suo adorabile saltellare - Recensione
Cadence of Hyrule: Crypt of the NecroDancer Featuring The Legend of Zelda è una intelligentissima e particolare reinterpretazione della saga e al tempo stesso una sua gioiosa celebrazione
Cadence of Hyrule è la versione zeldiana di Crypt of the NecroDancer, con il quale condivide le meccaniche di gioco principali, pur declinandole in altro modo, soprattutto, per venire incontro alla potenziale utenza del gioco, in maniera sensibilimente più facile e accessibile. Il che non significa che sia semplicissimo, tutt'altro, perché almeno nei primi momenti coniugare l'andare a tempo con l'esplorazione e il combattimento è compito arduo e perché coloro che fossero a digiuno dei dungeon crawler più classici (la serie Shiren the Wanderer, per esempio) potrebbero non capire persino le basi del gameplay, sulle quali la meccanica ritmica è innestata. Per quanto velocissimi, della durata di un secondo, sono comunque dei turni a dettare il movimento non solo dei protagonisti, ma anche dei nemici, e le ambientazioni sono in realtà suddivise in caselle. Occorre quindi per evitare premature dipartite pensare a dove si mettono i piedi, prevedere gli spostamenti dei nemici, capire da dove attaccarli e non farsi mai, mai circondare.
Il doversi muovere a tempo aggiunge un ulteriore livello di stimolo per il giocatore. Sono i ritmi delle musiche che accompagnano l'avventura di Link o Zelda (all'inizio si sceglie tra uno di essi, l'altro diventa liberamente selezionabile in seguito, e non sono gli unici personaggi giocabili), ovviamente reinterpretazioni di alcune delle melodie più note della serie, a scandire i turni, sta a chi ha il pad in mano seguirli, muovendosi e attaccando con il giusto tempismo. Andare fuori tempo può accadere ovviamente, ma gli errori non sono particolarmente punitivi, semplicemente fanno ripartire da zero un moltiplicatore che quando invece viene pompato da performance particolarmente efficaci, andando a tempo, e senza farsi mai colpire, fa ottenere un bottino più ricco dai nemici sconfitti. Il che, vista la natura roguelite del gioco, non è un elemento da poco.
[caption id="attachment_196950" align="aligncenter" width="1920"] Non solo Zelda picchia come Link, ma ha a disposizione anche dei poteri magici[/caption]
Gli elementi distintivi del gameplay di Cadence of Hyrule risultano quindi tutti ben connessi, in maniera coerente, e il soffio vitale rappresentato dallo spirito della serie eleva ulteriormente il livello dell'esperienza di gioco. C'è quasi tutto del sapore della serie originale in questo spin-off, soprattutto dei suoi elementi tradizionali, pre Breath of the Wild; nei piccoli puzzle da risolvere per ottenere un frammento di cuore, nei sotterranei nascosti sotto un cespuglio o dietro un muro incrinato, nel semplice dover capire da dove passare per raggiungere una determinata zona si nasconde un'anima genuinamente old school. Se c'è un appunto rilevabile è riguardo l'effettiva utilità di determinati oggetti (l'utilizzo dell'arco è inutilmente complesso, il bastone di Somaria non ci è mai servito), ma si tratta di poca cosa, ed è comunque questa una impostazione funzionale alla libertà di progressione, dato che i quattro dungeon presenti nel gioco sono affrontabili in qualunque ordine.
Ulteriormente impreziosito da una veste grafica bidimensionale semplicemente deliziosa, che vagamente ricorda quella di The Minish Cap e si esalta in una cura per le animazioni e il dettaglio degli sprite, oltre che, in maniera quasi ovvia, vista la sua natura, da una colonna sonora pienamente convincente, Cadence of Hyrule: Crypt of the NecroDancer Featuring The Legend of Zelda è una intelligentissima e particolare reinterpretazione della saga e al tempo stesso una sua gioiosa celebrazione.