Butter - la recensione

Un cast d’eccezione per una delle più originali commedie americane dell’anno, presentata al Festival di Roma nella sezione Alice nella Città...

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Due vite che si incrociano nell’Iowa: una è una bianchissima e ambiziosa moglie di mezza età di un campione di sculture di burro ormai prossimo al ritiro (nonostante lei sia contraria), l’altra è una ragazzina di colore di dieci anni che ha passato l’infanzia cambiando continuamente famiglia in affidamento e che ha forse appena trovato – finalmente - i genitori giusti per lei. Le due si contendono il primato nella nuova edizione del concorso per modellatori di burro. Hanno due caratteri e due vite alle spalle che più diverse non si può: come finirà il loro match?

Dopo l’esordio con il carinissimo Lei è troppo per me, Jim Field Smith torna dietro la macchina da presa con una commedia leggera e grottesca in cui i vari avvenimenti scorrono lievi come un grissino sulla patina esterna di un vasetto di burro.

Seppure si tenti di fare satira sociale e politica con il continuo insistere sui cliché delle famiglie “conservatrici” della provincia americana fondate su religione, famiglia e malcelato razzismo, non si graffia mai a fondo proprio perché – volutamente - tutti i personaggi coinvolti, anche quelli “positivi” (come la bambina), sono troppo caricaturali per sembrare veri. E così Butter sembra più una versione iperlight di un lavoro alla Solondz che un’ironica commedia disimpegnata che cerca di veicolare qualcosa di serio attraverso il tono della commedia.

La prostituta che lotta per il proprio cliente, il marito succube, l’amante di vecchia data e la figlia aspirante ribelle sono macchiette che servono proprio a suggerire un mondo a se stante, non credibile, e forse anche un po’ inquietante anche se fa sorridere.  E così, tra un provocante bacio lesbico tra Ashley Greene e Olivia Wilde (che concede anche una provocantissima lapdance) e una sveltina tra Jennifer Garner e Hugh Jackman, la patina da film per bambini (al Festival di Roma Butter è stato presentato nella sezione Alice nella Città) si sgretola a poco a poco, tra risate di pancia o amaramente sottili che rendono tutto fluido e altamente digeribile. Più margarina che burro.

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