Bushwick, la recensione
La nostra recensione di Bushwick, film diretto da Cary Murnion e Jonathan Milott presentato al Trieste + Science Fiction Festival
Cosa accadrebbe se improvvisamente e senza un motivo la città in cui si vive venisse invasa da uomini armati che sparano su chiunque, dando vita a un'invasione che sembra impossibile da arrestare mentre per le strade del quartiere scoppia la violenza e il caos? E' sviluppando questa domanda che i registi Cary Murnion e Jonathan Milott hanno ideato Bushwick, un film che si sviluppa quasi in tempo reale creando un efficace senso di realismo che contribuisce a creare la tensione necessaria a mantenere alta l'attenzione degli spettatori.
La regia si contraddistingue per un approccio quasi in stile videogioco, con inquadrature ideate per portare gli spettatori al centro dell'azione seguendo i protagonisti da una distanza utile a mostrare il quadro generale della situazione o, al contrario, ricreando la prospettiva di uno dei protagonisti. Il risultato appare comunque piuttosto soddisfacente e adrenalinico, ben ideato per proporre un action movie in cui l'aspetto “fantascientifico” rimane piuttosto in ombra dopo la spettacolare introduzione.
Bushwick può contare su un uso delle location intelligente e le scene di guerriglia non si distanziano purtroppo di molto dalle immagini che si vedono nei telegiornali e online dopo un vero attacco terroristico. La commistione di realtà e finzione crea così un mondo in cui è facile credere mentre la storia, nonostante una struttura piuttosto prevedibile, in cui ad esempio si compiono delle tappe scontate come la casa di famiglia, si prende dei rischi e si allontana dalla prevedibilità con una serie di momenti drammatici ben riusciti, mentre altri, come ad esempio l'incontro con il religioso, restano sospesi tra il surreale e l'incomprensibile.
Il lungometraggio, pur avendo tanti difetti, risulta tuttavia una visione interessante e coinvolgente se si mette da parte la necessità di capire le ragioni alla base del conflitto e ci si concede la possibilità di apprezzare la capacità delle due star del film di dare vita a due personaggi nei cui confronti si riesce a provare empatia, dando vita a una tensione emotiva piuttosto riuscita.