Bushwick, la recensione

La nostra recensione di Bushwick, film diretto da Cary Murnion e Jonathan Milott presentato al Trieste + Science Fiction Festival

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Il film è stato presentato al Trieste Science + Fiction Film Festival 2017

Cosa accadrebbe se improvvisamente e senza un motivo la città in cui si vive venisse invasa da uomini armati che sparano su chiunque, dando vita a un'invasione che sembra impossibile da arrestare mentre per le strade del quartiere scoppia la violenza e il caos? E' sviluppando questa domanda che i registi Cary Murnion e Jonathan Milott hanno ideato Bushwick, un film che si sviluppa quasi in tempo reale creando un efficace senso di realismo che contribuisce a creare la tensione necessaria a mantenere alta l'attenzione degli spettatori.

Al centro della trama c'è Lucy, interpretata dall'attrice Brittany Snow, che esce dalla metropolitana insieme al suo fidanzato scoprendo che un gruppo militare è entrato in azione. Dopo la morte del ragazzo che ama, a causa di un'esplosione, la ragazza si ritrova quindi da sola nel tentativo di sopravvivere alla complicata situazione che vede contrapposti gli "invasori" e chi cerca di resistere, mentre dei gruppi di criminali cercano di sfruttare la confusione a proprio favore. Quando Lucy viene aggredita è l'ex marine Stupe, ruolo affidato a Dave Bautista, a intervenire salvandola. La giovane decide di istinto di seguire il misterioso umano e i due uniscono le forze per provare a trovare un modo per salvarsi.

La regia si contraddistingue per un approccio quasi in stile videogioco, con inquadrature ideate per portare gli spettatori al centro dell'azione seguendo i protagonisti da una distanza utile a mostrare il quadro generale della situazione o, al contrario, ricreando la prospettiva di uno dei protagonisti. Il risultato appare comunque piuttosto soddisfacente e adrenalinico, ben ideato per proporre un action movie in cui l'aspetto “fantascientifico” rimane piuttosto in ombra dopo la spettacolare introduzione.

La sceneggiatura non dà spazio a potenziali spiegazioni alla base dello scoppio di violenza e i personaggi risultano poco approfonditi, tuttavia l'insieme appare giustificato dalla volontà di proporre un film in cui si mostrano le reazioni dei due protagonisti senza cercare di spettacolarizzare la narrazione eccessivamente, rispettando i comportamenti che avrebbe una persona normale di fronte all'incertezza più totale e a un pericolo mortale. Non c'è infatti tempo, tranne nei pochi momenti di relativa tranquillità, per porre domande personali o approfondire la conoscenza: Lucy e Stupe devono prendere delle decisioni in fretta e lo fanno cercando di ascoltare il proprio istinto e la ragione, senza mai abbassare la guardia. Bautista non sembra avere alcun problema nell'immergersi in una recitazione particolarmente fisica ma anche la Snow riesce a dare le giuste sfumature a Lucy, seguendone con una certa naturalezza l'evoluzione che la porta a mettere in secondo piano le sue fragilità e insicurezze a favore della determinazione e al desiderio di proteggere chi ama. Il materiale a disposizione del cast, piuttosto limitato, non impedisce però agli attori di enfatizzare con una certa bravura le reazioni emotive alla distruzione e alla morte.

Bushwick può contare su un uso delle location intelligente e le scene di guerriglia non si distanziano purtroppo di molto dalle immagini che si vedono nei telegiornali e online dopo un vero attacco terroristico. La commistione di realtà e finzione crea così un mondo in cui è facile credere mentre la storia, nonostante una struttura piuttosto prevedibile, in cui ad esempio si compiono delle tappe scontate come la casa di famiglia, si prende dei rischi e si allontana dalla prevedibilità con una serie di momenti drammatici ben riusciti, mentre altri, come ad esempio l'incontro con il religioso, restano sospesi tra il surreale e l'incomprensibile.

Il lungometraggio, pur avendo tanti difetti, risulta tuttavia una visione interessante e coinvolgente se si mette da parte la necessità di capire le ragioni alla base del conflitto e ci si concede la possibilità di apprezzare la capacità delle due star del film di dare vita a due personaggi nei cui confronti si riesce a provare empatia, dando vita a una tensione emotiva piuttosto riuscita.

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