Buon Natale da Candy Cane Lane, la recensione

In una trama ben congegnata Buona Natale da Candy Cane Lane riesce a non mettere niente di valevole sprecando tutto, anche Eddie Murphy

Critico e giornalista cinematografico


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La recensione di Buon Natale da Candy Cane Lane, il film con Eddie Murphy disponibile su Prime Video

Anche nel più turpe, infantile, puerile e inutile dei contesti Eddie Murphy ha dei guizzi. Di certo non si può dire che sia lo stesso comico che è stato negli anni ‘80 e parzialmente nei ‘90, quando è iniziata questa svolta verso il cinema per famiglie, una specie di conversione a U rispetto alla maniera in cui era diventato famoso, con una volgarità cruda potentissima. Ancora oggi, ancora nelle gag più sceme, ha un tempo comico e certe microreazioni che sono più forti anche di questi film orrendi in cui recita. E Buon Natale da Candy Cane Lane non è il più orrendo di tutti. A suo modo, e nella sua categoria, si difende.

Come spesso capita a Eddie Murphy da Il bambino d’oro in poi, è una storia con molti vfx e una cornice fantastica. Fantastico-natalizia, nello specifico. Quella di un uomo ossessionato con le competizioni di decorazioni natalizie che per comprare le più appariscenti finisce in un negozio magico in cui acquista un oggettone che lo maledice. Per tutto il periodo di Natale dovrà recuperare degli anelli d’oro (uguali a quelli del videogame Sonic e il film a un certo punto lo riconosce) mentre intorno a lui una canzone natalizia fatta di elenchi comincia a diventare reale. Se non ci riuscirà diventerà una statuina di Natale.

Questo è il solito film in cui tutti, anche gli adulti si comportano come se avessero 12 anni e in cui anche la trama è ribassata e infantilizzata. L’idea sarebbe quasi biblica. Ad aver maledetto il protagonista è infatti un'elfa di Babbo Natale che era troppo rigida riguardo chi è buono e chi no e per questo è stata licenziata. Finita sulla Terra non fa che incastrare le persone, suscitando il peggio in loro, per arricchire la sua collezione di statuine. È esattamente la mitologia di Lucifero, l’angelo più vicino a Dio, poi caduto e da quel momento diventato corruttore di anime per il suo inferno. Ma di tutto quel che di suggestivo potrebbe uscire da questo accostamento niente entra nel film.

Buon Natale da Candy Cane Lane è una variazione su quell’idea del Canto di Natale, quella per la quale il periodo natalizio porta traversie fantastiche finalizzate a migliorare il protagonista. Traversie in questo caso con un alto tasso di azione, specie nella parte finale in cui è coinvolta tutta la famiglia, rigorosamente trattata malissimo. In pochi minuti nel film prende piede la confusione e si ha l’impressione che alcune scene esistano solo perché potrebbero funzionare e non perché abbiano un senso all’interno della narrazione. E alla fine dispiace vedere Nick Offerman ridotto a doppiatore della sua statuina con quasi nessun primo piano per la sua versione in carne e ossa. Anche lui, come Eddie Murphy, era uno bravo.

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