Bumblebee, la recensione
Bumblebee di Travis Knight è una delle più belle sorprese di questo 2018. Una commedia fantascientifica che sa essere intergalattica e umana. Stupenda Hailee Steinfeld
È possibile grazie a una delle più belle sorprese di questo 2018, ovvero Bumblebee di Travis Knight, spin-off/prequel della saga Transformers (Knight era un cultore della serie animata) arrivata al cinema a 5 capitoli tutti diretti da Michael Bay da quando il produttore Steven Spielberg riuscì a convincerlo ad accettare la regia... dopo più di una telefonata nell'ormai lontano 2007.
Il robottone giallo, grosso sulla Terra ma piccolino assai accanto a Optimus Prime in quel di Cybertron, si chiama Bumblebee e se vi ricordate l'esuberanza fisica e verbale dei precedenti Transformers preparatevi a qualcosa di completamente diverso in questa storia sulle sue origini. In originale ha la voce della star maschile di Maze Runner Dylan O'Brien, mentre in italiano parla con la dizione perfetta del pallavolista molto più italiano del suo cognome Ivan Zaytsev.
Non manca l'azione ma è più l'emozione e il divertimento a vincere con un John Cena militare demenziale, plausibile se pensiamo al collega John Turturro della saga madre.
Occhio alle autovetture in cui si trasforma il nostro amabile "bombo" giallo. Per gli appassionati di serie tv, giocattoli e franchise cinematografico ce n'è una che è stata un piccolo shock fin dal trailer che l'aveva, brevemente, svelata la scorsa estate.