Bug!: Le avventure di Forager, la recensione
Abbiamo recensito per voi Bug!: Le avventure di Forager, di Lee, Mike e Laura Allred
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Bug, altresì noto come Forager, o Foraggiere nelle vetuste traduzioni italiane, non è certo il personaggio più noto del ciclo originale di storie del Quarto Mondo di Jack Kirby. Tuttavia, ha un buon numero di fan e, tra questi, ci sono Gerard Way, direttore dell'etichetta Young Animal della DC Comics, e la famiglia Allred. Lee e Mike Allred, con la collaborazione di Laura Allred ai colori, hanno realizzato una miniserie che recupera, reinventa e in qualche modo completa la parabola di questo eroe bistrattato e poco considerato in maniera ammirevole. Sarà necessario un breve riassunto.
Rimettendoci la vita, a quanto pare, dato che all'inizio della storia degli Allred lo vediamo svegliarsi convinto di essere morto. Intrappolato in un sogno post-mortem? Un fantasma catturato in un inferno tascabile? Difficile capirlo. Senza dubbio, si trova minacciato da una serie di creature malevole. A venire in suo apparente soccorso ci sono quella che sembra una ragazzina giapponese fantasma e un orsacchiotto di peluche parlante e saccente. Bug è preso dai dubbi sul proprio stato d'esistenza, roso dai rovelli che ne intaccano il senso d'identità. Ma, anche così incagliato fra la vita e la morte, fra la sua appartenenza irrisolta ai Nuovi Dei o agli insetti di Nuova Genesi, è certo di essere un eroe. E, quando la dolce bambina muta e l'orsacchiotto chiacchierone gli propongono un'avventura tesa a salvare non una, ma più realtà del multiverso, non si tira certo indietro.
Inizia così una storia in puro stile Mike Allred. L'autore di Madman non è per nulla arrugginito quando si parla di narrazione dell'assurdo. Bug diventa un imbranatissimo, ma tenace cavaliere impegnato in una caccia all'uomo, il cui viaggio attraversa le storie e incrocia il cammino di una serie di personaggi della DC Comics. Quello dei Nuovi Dei, ovviamente, cui il personaggio appartiene, ma anche del Sandman di Kirby, di giallo-rosso vestito e con il fischietto dei sogni. Bug incontra anche una versione il Blue Beetle originale e il Sandman degli anni Quaranta, Deadman di Drake e Infantino, come versioni bizzarre di Manhunter, Omac e Brother Eye. C'è un'ideale linea di tessere del domino da far cadere: ogni volta che Bug incontra uno di questi personaggi e risolve, in qualche modo, i suoi guai, fa un salto verso un'altra realtà, un'altra dimensione. In un viaggio in cui ogni cosa è davvero possibile.
Un paradigma, questo dell'imprevedibilità, di cui era imbevuto fortemente l'immaginario di Jack Kirby quando ricopriva il doppio ruolo di sceneggiatore e disegnatore. Gli Allred non fanno altro che portare questa volontà di rendere possibile ogni cosa all'estremo, liberando la loro immaginazione non solo dai vincoli della plausibilità e del realismo, ma anche della coerenza narrativa. Ecco perché Bug!: Le avventure di Forager è un fumetto terribilmente classico e, allo stesso tempo, modernissimo. Non ha alcuna costrizione e viaggia attraverso i generi, facendosi ora parodia, ora intelligente omaggio, ora manipolazione surreale del materiale meno allineato della storia DC Comics, più plasmabile dallo sguardo assurdo di Lee e Mike Allred.
I quali sono però narratori abilissimi. Ogni capitolo della miniserie è infatti reso appassionante da un racconto serratissimo nei ritmi, in cui si alternano sommarie e fragili spiegazioni di quel che vediamo, azione sfrenata e momenti di presa di coscienza di Bug. Nella sua caccia all'uomo, infatti, l'eroe è anche impegnato in una ricerca di se stesso. Dovrà accettare la sua condizione e la sua identità per risolvere l'enigma che ha di fronte e salvare innumerevoli realtà. Non è un caso che il suo viaggio sia destinato a portarlo a Nuova Genesi, come ultima tappa. I fratelli Allred, infatti, conferiscono alla storia anche una chiara natura metafumettistica, tesa a rivalutare il personaggio di Forager e a trovargli casa in maniera definitiva, come Kirby non aveva avuto modo di fare per l'interruzione delle serie relative al Quarto Mondo.
Giocano come bambini, Mike e Lee, con la mitologia dei Nuovi Dei, con il funzionamento delle Scatole Madri, con il rapporto fra Bug e Orion, con la figura dell'Alto Padre e, soprattutto, con la natura del personaggio di Metron, che, evocato all'inizio della vicenda come momento comico, avrà invece un ruolo fondamentale e, allo stesso tempo, dissacrante e didascalico.
Il tutto è condito dalle matite di Mike Allred, che consideriamo con umiltà il più kirbyano dei disegnatori viventi e che ci ha già deliziato, in questo senso, con il lavoro svolto su Silver Surfer. Matite che traggono forza anche dai colori della moglie Laura, libera di sbizzarrirsi, di trasformare le tavole in una composizione pop, dai contrasti accesi e brillanti. Una gioia per gli occhi che, come spesso succede con gli Allred, mette in scena tante idee di narrazione per immagini. Un marchio di fabbrica a cui siamo abituati, ma che l'immaginazione e il talento dell'autore rendono sempre affascinante.
Il risultato è un'opera citazionista che farà la gioia degli esperti più fanatici della storia DC Comics, ma che non finisce assolutamente per essere autoreferenziale e risulta invece dalla doppia funzione: da un lato far conoscere e aggiornare un personaggio poco noto ma dall'enorme potenziale, creato da Kirby, dall'altro fargli giustizia, completarne la figura, commentarlo e definirlo per omaggiarlo come merita. Entrambe le cose risultano apprezzate. Se questo connubio fra originalità e classicismo, molto riuscito e decisamente accessibile, è il marchio di fabbrica di Young Animal e delle storie promosse da Gerard Way, siamo curiosi di leggere molto altro.
[gallery columns="1" size="large" ids="196751,196752,196753,196754,196755"]