Broadchurch 3x08 [finale di serie]: la recensione
Si chiude dolcemente Broadchurch, risolvendo lo stupro di Trish ma lasciando nel dubbio il destino dei suoi indimenticabili protagonisti
Tutto finisce - narrativamente parlando - dove tutto iniziò. Proprio il collegamento visivo con la location dell'ultimo scambio tra i protagonisti Miller (Olivia Colman) e Hardy (David Tennant) ci riporta alla prima analisi dovuta a questo ottavo episodio, che può destare qualche perplessità. L'identità dello stupratore di Trish viene infine svelata e, sebbene la colpa ricada su un personaggio finora rimasto defilato, destando un certo stupore nello spettatore, l'impressione è che né il pubblico disponesse di sufficienti indizi per poter ipotizzare tale soluzione, né che l'importanza del suddetto personaggio all'interno della storia conferisca alla scoperta l'incisività drammatica auspicata, forse, dall'autore Chris Chibnall.
Gli stupri sono infatti l'evidente punta di un iceberg che Broadchurch si è presa il compito di far emergere in tutto il suo gigantesco orrore, una pianta malata che affonda le proprie radici nel terreno contaminato dal pregiudizio della presunta supremazia maschile, con conseguenze disastrose non solo per le donne, ma anche per gli uomini, ingabbiati nella prigione di un ruolo sessuale che li costringe - come succede a Michael Lucas - a perpetrare, anche se non convinti, soprusi volti a rivendicare una virilità paradossalmente negata dall'atto stesso della violenza. "Gli uomini non sono questo," così Hardy tenta di confortare le lacrime di Miller dopo la sconcertante, orgogliosa confessione di Leo, e ci tocca nel profondo l'immeritata vergogna palesata dal detective, paladino schivo, eroe discreto e quantomai necessario riscatto della figura del maschio in questa terza stagione.
Ma sono, sempre e comunque, Miller e Hardy a catalizzare su di loro la nostra attenzione, in un ultimo dialogo presso il lungomare, alle spalle la scogliera scaldata da un sole mai stato tanto acceso. Al futuro del loro rapporto, cementato dalla fiducia e dalla reciproca stima, viene - per ora - negata un'evoluzione romantica, lasciata intravedere dal timido invito di Ellie a uscire insieme per una poco impegnativa bevuta al pub. I molti delusi dovranno far pace con l'idea che Broadchurch abbia da sempre evitato il cliché della love story tra colleghi, a dispetto di un affiatamento e di una chimica da subito dimostrata, sebbene tra molti contrasti e divergenze in termini di approccio alla professione; e col coraggio più volte dimostrato nel corso delle sue tre stagioni, la serie si astiene da un lieto fine a tinte rosa, preferendogli il ben più realistico "a domani, Miller", nel segno di una quotidianità potenzialmente foriera di tutto e di niente. Un domani che non vedremo, e ci duole un po' congedarci così da due personaggi che abbiamo imparato ad amare in ogni sfaccettatura; resteranno però per sempre impressi nelle nostre menti, grazie alle incarnazioni sublimi di Olivia Colman e David Tennant, seduti su quella panchina, fermi sul ciglio di un destino che non conosceremo mai.