Broadchurch 3x04: la recensione
Nel quarto episodio di Broadchurch, il dramma di Trish tocca il suo vertice, mentre il detective Hardy cerca distrazione negli appuntamenti online
L'unica certezza che continua a non poter essere contestata è l'eccezionale forza tragica della vicenda trattata, in tutto e per tutto accostabile a quella narrata nella prima, memorabile stagione dello show creato da Chris Chibnall. Onore al merito di un comparto attoriale che a stento trova corrispondenze televisive all'altezza, capitanato dai veterani Tennant e Colman e rafforzato dalla straordinaria Julie Hesmondhalgh (per cui è realistico prevedere una nomination ai BAFTA, se addirittura la vittoria): nell'episodio di questa settimana, l'attrice offre una tra le performance più toccanti di tutta la serie, nel ripercorrere passo dopo passo i propri movimenti durante la notte del crimine, fino a sdraiarsi nella terra su cui si è consumato il suo stupro, riportando alla mente i dolorosi dettagli di quei minuti infernali, a vantaggio delle indagini ma a svantaggio della sua già precaria stabilità psicologica.
È, invece, una novità assoluta vedere Alec Hardy alle prese con un appuntamento ottenuto tramite un sito d'incontri. Si tratta di una parentesi di relativa quiete in mezzo alla tempesta di un caso che sta provando pesantemente sia Miller, straziata dalla solidarietà femminile, che l'ombroso detective, specchiato esempio di virilità che non deve passare per lo squallore di alcuna autoaffermazione machista. Per quest'uomo malinconico e segnato, è impossibile non provare un misto di tenerezza e ammirazione; in un panorama costellato di figure maschili bugiarde, pavide e brutali, Hardy torreggia nel paradosso della propria fragilità onesta; che sia grazie a un fortunato incontro online o per altre vie più consone alla sua natura schiva - l'imbarazzata legnosità palesata durante l'incontro con la ragazza è la punta di diamante della magnifica prova di David Tennant nell'episodio - le nostre speranze sono tutte direzionate verso un futuro leggermente più roseo per il tormentato protagonista, fulgido simbolo di una mascolinità sensibile e integerrima che innamora episodio dopo episodio.