Broadchurch 3×03: la recensione

Il terzo episodio della terza stagione di Broadchurch esplora le declinazioni del maschilismo e la capacità di resilienza delle vittime

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Spoiler Alert
"Questo caso mi fa vergognare di essere un maschio." Le parole del detective Alec Hardy potrebbero fare da tagline a questa terza, intensa stagione di Broadchurch, in particolare riferimento al suo terzo episodio, che declina in forme più o meno evidenti il maschilismo che, talvolta, finisce per rivoltarsi contro gli stessi esponenti del sesso forte. Lo show di Chris Chibnall continua infatti a scavare nel trauma di Trish, ma inizia a delineare più chiaramente anche le figure che contornano la vittima, nonché potenziali colpevoli del suo stupro.

I molti satelliti maschili che orbitano attorno a Trish - e, più in generale, alle figure femminili della serie - sono spesso connotate come ottuse e obnubilate dal pregiudizio, mentre la diffidenza si fa strada nella mente delle potenziali vittime (fa centro la scena tra Cath e Jim, in cui la donna chiede al marito se sia stato lui a violentare Trish). Lo stesso Ed, capo della donna stuprata nonché padre del detective Harford, uomo che pur sembra essere molto affezionato alla vittima, si lascia sfuggire un commento sciocco che ne denota l'estrema chiusura mentale; nel suo "non è il tipo di donna a cui succedono queste cose", si riflette drammaticamente il concetto di concorso di colpevolezza della vittima stessa, e non è un caso che proprio Trish continui a tormentarsi e colpevolizzarsi per quanto avvenuto.

Scopriamo intanto qualche dettaglio in più su Lucas, tassista con una spiccata tendenza alla menzogna che già avevamo inserito tra i sospetti nello scorso episodio. L'uomo si rivela essere il padre di Michael, compagno di scuola di Tom Miller e abituale consumatore, assieme all'amico, di pornografia formato smartphone. Come il reverendo Coates sottolinea, non si tratta esattamente di una pratica inedita tra gli adolescenti, e per quanto possa risultare strano vedere due ragazzini guardare un porno su un telefonino in una strada pubblica in pieno giorno, non abbiamo elementi per poterli considerare, almeno per ora, dei validi sospetti. Lo stesso non possiamo dire per Lucas che, a fronte di un passato piuttosto ammirevole per la serietà dell'impegno nei confronti della fidanzata, rimasta incinta di un altro, nasconde delle ombre inquietanti, che si concretizzano nella scoperta di un vasto campionario di "souvenir" che l'uomo sembra aver sottratto alle proprie clienti, inclusa Trish.

La vicinanza di Beth Latimer è, in questo episodio, un balsamo benefico per Trish, sebbene non risolutivo, e il confronto tra i due personaggi in merito alle due tragedie occorse nelle loro vite - la morte del figlio dell'una e la violenza sessuale dell'altra - mette bene in luce l'istinto resiliente cui queste donne profondamente segnate devono affidare la loro sopravvivenza. Beth è riuscita a risollevarsi tra mille difficoltà, ma la sua ripresa è in qualche modo ostacolata dall'incapacità del marito Mark di rassegnarsi alla mancata giustizia nei confronti per il figlioletto ucciso. Capiamo dai dialoghi come sia Beth che la figlia Chloe abbiano già espresso il desiderio di archiviare per sempre ogni questione giudiziaria in merito al destino di Joe Miller, ma l'ostinazione di Mark rema contro il loro proposito di andare avanti.

È, quello dell'uomo, l'estremo tentativo di riscattarsi ai propri stessi occhi, nonché - in un certo senso - un'altra devastante declinazione del maschilismo, stavolta modellato sul prototipo del pater familias in grado di tutelare e proteggere l'intero nucleo familiare. La morte di Danny infesta ancora i ricordi di Beth e Mark, e avvicina il loro dramma a quello di Trish: fra questi tre personaggi, l'unica ad aver imparato a perdonarsi è proprio Beth, che abbiamo visto colpevolizzarsi fino allo stremo delle forze nelle prime due stagioni di Broadchurch.

Tuttavia, anche il dolore più intenso, sembra suggerire Chibnall attraverso la parabola di Beth, può diventare - se elaborato correttamente - un compagno di viaggio, piuttosto che il macigno che ostacola il procedere del nostro cammino. "Non dobbiamo lasciarli vincere," dice Beth a Trish riferendosi a chi, assassino o stupratore, ha tentato di rovinare la loro esistenza; ed è questo forse l'insegnamento più importante che, al di là del sapiente gioco di sospetti creato dalla sceneggiatura, questa terza stagione di Broadchurch può dare al suo pubblico, senza la pedanteria della predica.

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