Broadchurch 3x01: la recensione
Il ritorno di Broadchurch cala i protagonisti Miller e Hardy nelle nuove indagini per un caso di stupro, senza rinunciare ai punti di forza della serie
Si tratta, contrariamente a quanto accaduto finora nella serie targata ITV, di un caso di stupro; il che denota, già di per sé, un certo coraggio nel focalizzarsi su quello che viene tradizionalmente considerato un reato meno grave dell'omicidio. Tuttavia, sia attraverso la conoscenza della vittima, la farmacista Trish (magistralmente interpretata da Julie Hesmondhalgh), sia grazie all'empatia dimostrata da Ellie (una sempre formidabile Olivia Colman), la percezione è di un dramma in tutto e per tutto accostabile a quello di una vera e propria morte. Trish deve convivere con la perdita di una parte di sé, con il lutto della propria dignità causato da un criminale invisibile e ben organizzato, che manifesta - in base alla ricostruzione degli eventi - la premeditazione del proprio crudele atto.
Il tempo è passato, e per Ellie è tempo di fronteggiare i turbamenti del figlio quindicenne Tom: il ragazzino fornisce filmati porno ai compagni di classe, e bastano poche battute scambiate con la madre per mettere in luce il disagi di una situazione di latente sessuofobia che Ellie sta sviluppando, vuoi per il recente caso di stupro, vuoi per l'ombra della pedofilia sull'omicidio del piccolo Danny. Anche Alec Hardy, risolto - almeno per ora - il problema cardiaco che infestava la sua vita, è alle prese con la preoccupazione per una figlia adolescente, mentre un potenziale stupratore seriale si aggira a piede libero per la cittadina. È questo solo uno dei punti di contatto tra i due detective, che dimostrano - grazie alle pregnanti interpretazioni della già citata Colman e di David Tennant - di aver sviluppato una chimica ben più profonda che in passato, sebbene tuttora scevra di connotazioni romantiche.