Broadchurch 2x04 - La recensione

Giunto a metà stagione, Broadchurch subisce una battuta d'arresto che ne mette in risalto i difetti, avviluppando la trama su se stessa

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Avere alle spalle una prima stagione come quella di Broadchurch, è un po' come essere un enfant prodige. Stupisci tutti per la tua straordinarietà, e carichi di aspettative coloro che si sono appassionati a te. Spesso e volentieri, cadi vittima di ansie da prestazione che, sul lungo termine, rischiano di affossarti del tutto. O magari, finisci per ripetere stancamente i pezzi migliori del tuo periodo d'oro, senza però aggiungere nulla di autenticamente nuovo al tuo repertorio. In breve: solo in pochi diventano Mozart.

Arrivati ormai a metà della seconda stagione, bisogna prendere atto di come questo sequel di Broadchurch stia rallentando drasticamente il ritmo e perdendo mordente rispetto al vivido smalto drammatico della prima stagione. La quarta puntata è l'esempio di scrittura più grossolano - relativamente parlando - finora visto nel dramma di Chris Chibnall. La maggior parte della sceneggiatura oscilla tra la ripetizione di situazioni e concetti già noti non solo dagli scorsi episodi, ma addirittura dalla prima stagione, e (poche) rivelazioni troppo macchinose per risultare davvero credibili. Prima tra tutte, l'incontro-scontro tra Alec Hardy (David Tennant) e Kate Gillespie, madre della piccola Pippa, tragicamente scomparsa nel caso Sandbrook. La signora lancia una bomba di tutto rispetto: Claire (Eve Myles), moglie del sospettato Lee Ashworth (James D'Arcy), aveva una relazione col padre della bambina, nonché marito di Kate. Cosa abbia impedito a Mrs. Gillespie di farsi uscire prima il fiato sull'argomento, resta un mistero. Come resta un mistero cosa effettivamente sia andata a fare Ellie Miller (Olivia Colman) in quel di Sandbrook, trascinata a viva forza dall'ex partner lavorativo Hardy, non pago dello stress che la povera donna ha patito e patisce ancora a causa del processo al marito, Joe Miller (Matthew Gravelle), assassino del piccolo Danny Latimer.

Assassino o presunto assassino? Difficile prendere in considerazione la seconda ipotesi, laddove persino l'assistente dell'avvocato difensore, la giovane Abby (Phoebe Waller-Bridge), si sbilancia a dire: "È sicuramente stato lui." Certo è che, alla luce della prima stagione, se Chibnall avesse realmente voluto ribaltare la nostra convinzione della colpevolezza di Joe, questi primi quattro episodi avrebbero dovuto essere molto diversi. Ma concediamo il beneficio del dubbio a una serie che, seppur mostrando a questo punt più di una debolezza, ha ancora un mordente non indifferente, legato soprattutto alle eccellenti interpretazioni dell'intero cast e al ricordo ancora vivo delle intense emozioni regalate dalla prima stagione. Per il momento ci limitiamo a constatare una battuta d'arresto che, ci auguriamo, sia solo un ampio respiro prima di una bella corsa verso il finale di stagione. L'ossigeno sta venendo un po' a mancare, e nemmeno un gioiello come Broadchurch può pretendere di vivere di rendita. La nostra speranza è appesa al finale di puntata, che sgancia in successione due missili di notevole portata: il ritorno della scorbutica Susan Wright (Pauline Quirke) e la conseguente deposizione di quest'ultima, in cui dichiara di aver visto suo figlio Nigel (Joe Sims) deporre il corpo di Danny sulla spiaggia nella notte dell'omicidio, e la scoperta che Ricky Gillespie (Shaun Dooley), padre della defunta Pippa, ha una passione per le campanule, legate indissolubilmente all'omicidio Sandbrook. Insomma, non è ancora tempo di tirar fuori il defibrillatore. Ma le prossime puntate, caro Chibnall, devono davvero fare faville.

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