Broadchurch 2x03 - La recensione
Prosegue la tragica odissea dei protagonisti di Broadchurch, in una puntata che ne stringe le vite in una morsa sempre più impietosa
L'episodio riprende le fila dalle contrazioni di Beth Latimer (Jodie Whittaker), colpevoli di aver distratto Ellie Miller e, quindi di aver consentito a Lee Ashworth (James D'Arcy) di prendere la moglie Claire e fuggire dall'appartamento di Ellie stessa, dove stava avvenendo un incontro registrato da telecamere nascoste, ovviamente all'insaputa di Lee. In realtà, il cliffhanger della seconda puntata trova rapida risoluzione nel momento in cui il detective Alec Hardy rintraccia Lee e Claire, tornati al cottage dove quest'ultima alloggiava. La donna è incolume, ma la tregua tra Ashworth e Hardy sembra sempre più traballante. Ma abbiamo ormai imparato a conoscere le svolte di Broadchurch, e se c'è una lezione che questa grande serie - e, in particolare, questa seconda stagione - sta insegnando è il valore del relativismo. A ben guardare, gli unici personaggi di cui ci possiamo fidare sono Alec, Ellie e Beth: al di fuori di essi, chiunque potrebbe nascondere segreti indicibili, come dichiarato in tono quasi profetico da Joe Miller (Matthew Gravelle) nel primo episodio.
In un crescendo di riprovevole capziosità, vediamo quindi Sharon Bishop mettere sotto torchio la già di per sé stressata Ellie, al fine di convincere la giuria dell'esistenza di un diabolico piano architettato dall'agente: incastrare il marito Joe per l'omicidio di Danny Latimer, al fine di poter ricominciare indisturbata una nuova vita col proprio amante, nientemeno che il detective Hardy. Lo sguardo attonito di Ellie e Alec di fronte alla minuziosa, orribile costruzione di una menzogna basata su orari e coincidenze innocenti diventa specchio dell'indignazione dello spettatore, che sperava forse in cuor suo che si prospettassero tempi migliori per la coppia di detective più sventurati della tv inglese. E non possiamo non guardare con occhio cinico alla nascita di Elizabeth, figlia di Beth e Mark Latimer, una bambina venuta al mondo in un contesto ombroso e indefinito, in cui colpevoli e innocenti si scambiano di ruolo giorno dopo giorno. Aprire gli occhi su un contesto del genere non è confortante, non c'è dubbio: e fa pensare il fatto che, tra le prime parole che la piccola ode, ci sono le rabbiose frasi lanciate da sua madre a Ellie, colpevole di non aver saputo - o voluto - vedere la relazione tra il marito Joe e il piccolo Danny, sfociata poi nell'omicidio di quest'ultimo. Dopo Ellie e Alec, ecco un'altra vittima e carnefice della manipolazione della verità. Ma qual è la verità? Giunti a metà di una stagione che sta sovvertendo punto per punto la precedente, possiamo dire con franchezza di non saperlo. E, parafrasando una battuta tratta da Cloud Atlas, concludere che "la verità è singolare, le sue versioni sono non verità."