Breaking Bad 5x10 "Buried": la recensione
Ennesima grande puntata per Breaking Bad, che mette ancora una volta al centro il concetto di famiglia
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Il concetto di famiglia, e quindi la sua unità, il suo rispetto, la sua salvaguardia, hanno sempre rappresentato il perno intorno al quale muovere le azioni, e le reazioni, in Breaking Bad. Il nucleo familiare non è soltanto l'ultimo e invalicabile limite, quello mai oltrepassato da Walter, ma è anche il primo e il più importante punto di riferimento per misurare la gravità del male commesso. Tutto parte dalla famiglia, e tutto ad essa dovrà ritornare. Oggi sembra passata una vita intera, la stessa che ha portato allo scambio tra Walt e Heisenberg, ma nei suoi primi momenti Breaking Bad poneva al centro della storia una questione morale di grande impatto: il sacrificio di molti sconosciuti per la tutela e la salvaguardia delle poche persone più importanti della tua vita. Negli anni quella questione morale è stata inglobata, divorata dalla sete di potere, e poi sputata fuori. Dalla bocca di Walter, stavolta forse inconsapevolmente, escono ancora una volta una sfilza di bugie, rivolte a se stesso più che agli altri.
Perché Walter la sua famiglia l'ha persa da tempo, ormai. Ha confuso la paura con il rispetto e il rispetto con l'amore, e ha sacrificato, messo in pericolo, spaventato i suoi cari nel suo personale progetto di scalata al male. In uno stupendo momento, forse il migliore di Buried, confessa a Skyler come la vittoria finale della famiglia attraverso la conservazione dei soldi rappresenti l'unica speranza di vittoria anche per lui, che a quel punto non vedrebbe vanificato tutto ciò che ha commesso. È come se Walter, dopo aver corso freneticamente in questi cinque anni di programmazione per sfuggire a qualunque cosa lo inseguisse (dal cancro a quelli che lo volevano morto) si fosse finalmente fermato e si fosse guardato alle spalle. La redenzione e il pentimento sembrano un miraggio irraggiungibile a questo punto, ma già la consapevolezza per chi fino alla scorsa puntata negava di aver ucciso qualcuno è un passo in avanti.
In un surreale, e quasi divertente, dialogo con Saul nel quale si prospetta di mandare Hank in una "vacanza in Belize", Walt si aggrappa ancora al concetto di famiglia, all'ultimo baluardo che gli è rimasto. Nasconde i soldi, torna a casa, aspetta. La mossa attesa adesso è quella di Hank, che perde quella che credeva potesse diventare la sua carta vincente, Skyler, ma pesca un jolly: Jesse. In un cattivissimo cliffhanger (a quanto pare ogni puntata da qui alla fine potrebbe concludersi con uno quindi meglio farci l'abitudine) lo vediamo mentre rimane da solo con il ragazzo. Jesse è devastato. Per lui, incredibile a dirsi, vale lo stesso paradosso di Skyler. Dopo anni a vederlo consumarsi dietro alla droga, usandola e spacciandola, a vederlo spalleggiare Walt in tutto il male commesso, addirittura a uccidere a sua volta – Jesse è il personaggio più amato della serie, ma certamente non è un buono – adesso che anche per lui, ma in un modo diverso da Walt, è forse giunta la resa dei conti con se stesso, il suo personaggio appare spento, lontano da quello che abbiamo adorato per i suoi "bitch!" urlati nei momenti più inopportuni.
Puntata di reazioni, puntata di confronti (Skyler/Hank, Skyler/Marie, Skyler/Walt), puntata che riesce ad assestare in qualche modo tutto ciò che era stato scombinato la scorsa settimana e al tempo stesso ad aprirsi a nuovi intrecci. L'affare della gestione della produzione di metanfetamine viene gestito in maniera estremamente radicale da Lydia, che poi sceglie di non guardare cosa ha provocato, quando invece altri signori della droga come Gus e Walt che hanno commesso stragi del genere in passato intimamente ne sono stati quasi soddisfatti. Il modo in cui questa storia si intreccerà con i binari principali ancora non è chiaro, vedremo.
Tra un rimando al passato (la zona in cui Walt seppellisce i soldi è la stessa in cui si apre la serie nella prima, storica, puntata) e vari spunti per il futuro, è sbagliato definire Buried una puntata di transizione, anche se il ritmo rispetto alla scorsa settimana è sembrato meno frenetico (e il fatto che nell'episodio culmini in una strage tra trafficanti di droga la dice lunga sulla qualità a cui ci ha abituati la serie). Sulla tecnica (dialoghi, sceneggiatura, fotografia, regia, costruzione delle immagini) non c'è molto da dire: gli screen che abbiamo selezionato parlano da soli.