Bravely Default II, a un soffio dall’eccellenza | Recensione

Bravely Default II è un grande JRPG, ma un’avventura poco stimolante, gioco che apprezzerete per la complessità del combat system, ma di cui a distanza di qualche mese non ricorderete quasi nulla

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Bravely Default II è il perfetto esempio di come sia l’impalpabile, l’invisibile, l’impercettibile a tramutare un buon gioco in un capolavoro senza tempo, in un’opera di riferimento per un genere intero e non solo. Occasione già mancata dai pur illustrissimi predecessori, che indiscutibilmente impreziosirono la softeca di Nintendo 3DS, neanche sulla console ibrida il brand riesce ad esibirsi nel colpo di reni che ne avrebbe innalzato il livello, permettendogli di sedersi al tavolo delle produzioni imprescindibili per gli amanti dei JRPG.

Una premessa del genere, ce ne rendiamo conto, entra in conflitto con il pur notevole voto che potete sbirciare anticipatamente a fondo pagina. Eppure è inevitabile fare i conti con la delusione di ritrovarsi tra le mani una produzione con tutti i crismi, che fallisce proprio dove un’avventura di questo calibro, e di una portata simile, proprio non avrebbe dovuto.

La particolarità della saga, che questo capitolo si prende la briga di riproporre e rispettare quasi alla lettera, consiste nel combat system, ancorato alla turnazione, come in qualsiasi gioco di ruolo di stampo classico, eppure al tempo stesso rivoluzionario, a modo suo.

Nell’organizzare le offensive del proprio party, di volta in volta, per ogni singolo personaggio si può scegliere se limitarsi all’esecuzione della mossa, se anticipare i turni futuri per scatenare più attacchi un colpo solo o se, al contrario, accumularli per riutilizzarli in un secondo momento. Il sistema, nella sua semplicità, si presta a mille interpretazioni, ago della bilancia soprattutto negli scontri più impegnativi, dove senza un minimo di organizzazione strategica si rischia di finire a gambe all’aria con estrema e tremenda facilità.

[caption id="attachment_222569" align="aligncenter" width="1000"] La principessa, il cristallo, l'eroe per caso. Non manca praticamente nulla.[/caption]

Bravely Default II, non a caso, è un gioco tendenzialmente impegnativo, avventura che soprattutto in momenti ben definiti innalza a dismisura la difficoltà, creando dei colli di bottiglia che potrebbero finire per scoraggiare il neofita di turno. Farmare è fondamentale, come da tradizione ovviamente, ma è ugualmente fondamentale imparare ad orientarsi tra le numerose classi, oltre venti, che si accumulano a mano a mano che otterrete particolari manufatti.

Guerriero, mago, tank, non manca nulla, ognuna con il suo set di mosse che torneranno particolarmente utili contro determinate tipologie di nemici, oltre che per assicurare un certo equilibrio all’interno del party.

Come per il combat system, la produzione Square-Enix gioca con la tradizione, consentendo di affiancare a quella principale, delle classi secondarie che pur non ricevendo punti esperienza al termine di ciascuno scontro, consentono al personaggio di pescare tra le mosse fin lì sbloccate, ampliando ulteriormente il ventaglio di tattiche sfruttabili in battaglia.

La costruzione della build perfetta, quando non gli esperimenti per renderla tale, rappresenta uno dei punti focali attorno cui ruota l’intera esperienza, principale attrazione per gli amanti del genere, ingolositi dalle infinite ibridazioni a cui potranno dare forma e vita.

Del resto, sempre per quanto riguarda la gestione del personaggio, non va ovviamente dimenticato l’equipaggiamento, ennesima voce di un menù che restituisce le dimensioni ludiche di un gioco profondo e sfaccettato, un autentico parco giochi per chi vive di statistiche e non è per nulla scoraggiato all’idea di qualche game over inevitabile e utile per scoprire i punti deboli dei boss più arcigni.

Anche artisticamente parlando, Bravely Default II brilla di luce propria, delicato acquarello da osservare stupiti, mentre ci si gode l’ispiratissima colonna sonora che accompagna con brillante efficacia ogni momento di gioco. Peccato per qualche animazione non proprio curatissima e per un’immagine a tratti troppo sporca sul piccolo display della console, quando si gioca in modalità portatile.

Purtroppo, se il JRPG manca l’appuntamento con l’eccellenza assoluta è per colpa di una trama e di una caratterizzazione dei personaggi che manca costantemente il bersaglio. Il ritmo della narrazione, i toni utilizzati nei dialoghi palesano a più riprese l’incapacità degli sceneggiatori nel mantenere vivo l’interesse del videogiocatore.

Nonostante qualche intrigante salto temporale e un paio di colpi di scena, l’epilogo non è affatto drammatico come ci si aspetterebbe e l’avventura annaspa a più riprese, appesantito com’è da cliché al limite del patetico e personaggi stereotipati fino all’eccesso.

[caption id="attachment_222570" align="aligncenter" width="1000"]Bravely Default II screenshot Innumerevoli dialoghi facoltativi cercano di dare spessore ai vari protagonisti. Purtroppo ci riescono solo in parte.[/caption]

Manca empatia, affezione, reale curiosità per le sorti degli eroi, che da personaggi diventano meri avatar al servizio di chi vuole trovare a tutti i costi la build perfetta, ma che al tempo stesso è poco interessato al destino del regno da salvare. Un vero peccato, viste le premesse intriganti e qualche momento tutto sommato riuscito e all’altezza delle aspettative.

Bravely Default II è un grande JRPG, ma un’avventura poco stimolante, gioco che apprezzerete per la complessità del combat system, ma di cui a distanza di qualche mese non ricorderete personaggi, premesse, svolgimento della trama.

Inoltre, non mancano inspiegabili e violenti innalzamenti del livello di difficoltà, scontri fin troppo complessi che vi costringeranno a lunghe sessioni di farming, momenti ripetitivi e frustranti che potrebbero scoraggiare neofiti o videogiocatori meno determinati.

La produzione di Square-Enix, insomma è un più che discreto JRPG, longevo e profondissimo, a cui tuttavia manca il quid, il guizzo necessario per candidarsi tra i migliori titoli disponibili sulla fortunata console della Grande N.

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