Braindead 1x11, la recensione

La recensione dell'undicesimo episodio di Braindead, intitolato Six Points on the New Congressional Budget: The False Dichotomy of Austerity vs. Expansionary Policies

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Nell’universo di Braindead vige una sorta di dialettica tra situazioni assurde e inspiegabili e micro-plot a sé stanti che riguardano di volta in volta un aspetto specifico della vita politica statunitense, non importa quanto caotica la situazione possa diventare.

La serie manifesta però molta difficoltà ad amalgamare questi aspetti, perché anche se la natura fanta-farsesca di cui abbiamo parlato tante volte pone Braindead in una comoda bolla in cui quasi tutto è concesso, ciò non la mette al riparo dall’incoerenza narrativa o la noncuranza rispetto alla logica consequenzialità degli eventi. L’imponente richiesta di sospensione dell’incredulità pesa soprattutto perché essendo una serie “da camera”, girata quasi tutta negli interni di uffici e stanze del governo, è forte l’impressione che non esista il mondo esterno (scelta certo voluta, a rappresentare l’autoreferenzialità della politica) ma anche che spesso gli eventi “cadano” addosso ai personaggi. Come in questo episodio, quando due funzionari bussano alla porta di Healy per proporgli la candidatura a direttore della CIA. Le scintille che ci si aspettano dalla valutazione preliminare di routine, che prevede colloqui con tutte le persone più vicine al senatore, è in realtà smorzata e ridotta a poche velenose frasi di Scarlett e della moglie Germaine. Sul piano infedeltà anzi la CIA sembra ben disposta a vederla come il senatore stesso, se la sua discutibile ma politicamente veritiera affermazione “non serve essere una brava persona per fare un buon lavoro” li convince a soprassedere sui criticabili comportamenti privati dell’uomo. Sembra molto più rilevante la presunta pazzia della sorella e le voci sugli insetti: ma in un paio di colloqui Laurel riesce – in modo divertente ma non molto credibile – a sistemare le cose, sfruttando gli stereotipi e riconducendo le stranezze alla sua personalità artistoide.

Ma proprio in questo episodio gli insetti tornano prepotentemente in primo piano, quando Gareth si trova casualmente ad assistere all’inquietante deposizione delle uova dell’insetto ospitato dal cervello di Wheatus. Lo shock di Gareth è occasione di esperire finalmente delle reazioni umane all’improvviso trovarsi davanti a qualcosa di incredibile, che stravolge il proprio senso di realtà, e l’avvicinamento tra lui e Laurel in questo episodio appare più credibile di tutta la loro precedente love story.

Mentre è ormai guerra aperta tra Laurel e Red, che si trova persino a offrirle due milioni di dollari per finire il suo documentario pur di levarsela di torno, la testimonianza di Gareth si rivela fondamentale scoprire che gli insetti-alieni funzionano come le api, e che dunque basta uccidere la Regina/Red per decretare la distruzione dell’intero alveare. Seguendo un rocambolesco quanto improbabile piano Laurel, Rochelle e Gustav si trovano ad attaccare Red e a malmenare l’insetto, ma non abbastanza da finirlo. A fine epsodio l’ennesimo ribaltamento a effetto (ma come sempre privo di una spiegazione) sembra dare un senso a posteriori al posizionamento di Healy nelle stanze della CIA, un senso che riporta in vantaggio Red e la sua evidentemente inquantificabile armata di alleati.

Cole Stockwell si aggiunge ai personaggi secondari riusciti: è uno strambo e schietto esperto di “legalese” che ha il compito di decifrare la legge di bilancio per Healy, ma è comunque grazie alle dritte di Gareth, sempre al posto giusto nel momento giusto, che Laurel può indirizzarlo nel cercare le stranezze seppellite in centinaia di migliaia di caratteri.
I sottotesti politici all’acqua di rose della serie sono sempre gli stessi, il messaggio di fondo è ormai chiaro: gli estremismi sono tutti uguali, la politica si fa complottando, i repubblicani sono impresentabili ma anche i dem non sono certo dei santi, il buon senso, l’amicizia e l’umanità rimangono gli unici valori possibili. Esclusa la possibilità di essere veramente sorpresi e coinvolti in vista del finale, forse è meglio sperare in un’impennata di follia.

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