Braindead 1x09, la recensione

La nostra recensione del nono episodio di Braindead, intitolato Taking on Water: How Leaks in D.C. Are Discovered and Patched

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Nono episodio per Braindead, tutto concentrato stavolta sui guai che si abbattono sui fratelli Healy e su ciò che avviene nelle stanze del potere: l’episodio si prende infatti una pausa dalla questione contagio, il primo senza la presenza di nemmeno una formichina.

Avevamo lasciato Rochelle davanti a una porta misteriosa: seguendo il suo aggressore Rochelle ha infatti scoperto la stanza SRB-54, in cui apparentemente si sta preparando qualcosa di losco, probabilmente per giustificare quella guerra che gli “insettati” sembrano tanto agognare. Nel frattempo c’è stato il leak dell’incontro tra i senatori e la CIA che smentisce il legame tra la Siria e il bioterrorismo, precedentemente insinuato da Wheatus. Purtroppo il procuratore speciale Lawrence Bloch, incaricato di indagare sul caso, è determinato a trovare un colpevole ed è certo che si tratti di uno dei fratelli Healy.

Il mistero del leak e la strategia fanno vagamente somigliare l’episodio a una puntata di The Good Wife depotenziata, senza il ritmo, la verve o l’acutezza dei dialoghi che la caratterizzava

Su un altro fronte Wheatus sta anche lavorando di manipolazione su Gareth sfruttando il suo coinvolgimento con Laurel, oggetto di un’indagine da parte di un’investigatrice al soldo del senatore. Red fa in modo che Gareth venga costantemente messo al corrente degli scheletri nell’armadio di Laurel, in particolare la quantità di relazioni sessuali che avrebbe intrapreso. Anche se gran parte degli affaire sono chiaramente inventati, la goccia che fa traboccare il vaso è, in una nuova svolta farsesca non esattamente brillante, un’avventura con Michael Moore (presente nei panni di se stesso come guest nelle paranoie visualizzate di Gareth), simbolo di tutto ciò che un Repubblicano detesta. Gag a parte, Jake e Laurel respingono entrambi le accuse di aver leakato la notizia, ma ammettono l’uno di aver rivelato le informazioni riservate a Laurel, l’altra di aver effettivamente chiamato la giornalista Claudia Monarch dall’ufficio (e i tabulati parlano chiaro…). Il livello di ingenuità che questi personaggi esibiscono nei dettagli abbatte ogni credibilità, che non viene granché risollevata neanche quando Luke, dopo una serie di coincidenze iperboliche (Gareth è riuscito a entrare nella stanza segreta, a fare delle foto, a consegnarle a Laurel convenientemente prima che venisse a sapere dell’affair) usa la scoperta della probabile costruzione di edifici di prigionia clandestini come diversivo, facendo leva sull’onestà di Boch. Purtroppo l’onestà viene spazzata via da un proiettile alla testa, che appare come un rapido mezzo narrativo per risolvere la questione, visto che nonostante la mancanza di scrupoli di Wheatus appare out of character persino per lui. Nonostante la “sparizione” di Bloch, la corte vota per attendere prima di nominare un altro procuratore, dando il tempo a Healy di confrontarsi con Wheatus e i suoi deliri direttamente a proposito dei campi di prigionia (un’altra mossa che non sembra furbissima, annullando tutto il vantaggio che aveva sull’orripilante avversario). La bravura di Tony Shalhoub rende particolarmente inquietante ogni suo dialogo, anche quando non a saltare le cervella alle persone: basta il suo monologo finale sul popolo forcaiolo a mettere i brividi, senza bisogno di vederlo gustare materia cerebrale direttamente dal muro.

Assente ingiustificato della puntata, nsieme a Gustav, soprattutto babbo Healy: difficile non vederlo coinvolto nei guai dei figli. L’avvocato assunto da Jake, interpretato da Linda Emond, già vista in The Good Wife, ricorda un po’ gli splendidi ruoli secondari della serie precedente, e in generale le conversazioni tra i due fratelli e l’avvocato, il mistero del leak e la strategia fanno vagamente somigliare l’episodio a una puntata di The Good Wife depotenziata, senza il ritmo, la verve o l’acutezza dei dialoghi che la caratterizzava.

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