Braindead 1x08, la recensione

La nostra recensione dell'ottavo episodio di Braindead, la serie in onda sulla CBS

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L’ottavo episodio di Braindead si concentra da un lato sulla relazione padre-figlia tra Dean Healy e Laurel, dall’altro sul concretizzarsi del piano di Wheatus volto a dichiarare un’eventuale guerra.

Fin dalle prime immagini inoltre il recap introduce un’altra angolazione da cui osservare l’epidemia delle formiche mangia-uomini, ovvero il punto di vista degli insetti stessi: attraverso una pubblicità parodica gli space bugs diventano un trattamento “desiderabile”, che garantisce serenità e spensieratezza, nonostante gli effetti collaterali che conosciamo. La puntata mantiene questa linea concentrandosi sulla capacità degli insetti di adattarsi o cambiare comportamento in base alle contingenze esterne, come se la permanenza all’interno degli umani gli permettesse di imparare progressivamente a mimetizzarsi meglio. Lo dimostra il padre di Laurel, che come preannunciato alla fine dello scorso episodio si rivela infetto, non prima però di aver negato in modo abbastanza convincente. Laurel si trova infatti a dover gestire un doppio sconvolgimento: prima scopre che il padre ha il Parkinson, poi ha la conferma che è “insettato”, e che in realtà questa seconda orrorifica circostanza ha annullato la malattia. Meglio dunque la malattia o il lavaggio del cervello? Incalzato da Laurel, Dean ammette il contagio, spiega che è inevitabile e che, in fondo, nessuno usa veramente le potenzialità di un cervello intero. L’introduzione dell’amante quindicennale di Dean non aggiunge molto alla già desolante rappresentazione delle ipocrisie della vita coniugale dei politici, anche se ci si limita a dipingerli tutti come fedifraghi senza dettagliare ulteriormente nessuna di queste relazioni. È usando la leva dell’amante segreta che Laurel riesce a infliggere un primo colpo al padre-insetto, che assume in questo episodio il ruolo di vero antagonista della protagonista.

È usando la leva dell’amante segreta che Laurel riesce a infliggere un primo colpo al padre-insetto

L’ormai ricorrente struttura a plotline alternati con Laurel a fare da collegamento aumenta la sensazione di un ritmo rallentato e involuto, che impone all’episodio di impiegare troppo tempo per giungere a risoluzioni piuttosto prevedibili. Come quando Rochelle cattura un sospetto infetto che l’ha seguita fino a casa, e assieme a Gustav e poi a Laurel impiega tutto l’episodio e svariate bottigliette di whiskey per fargli ammettere di “essere” un insetto. La sua sconnessa confessione aggiunge dettagli sulle motivazioni degli insetti, ma anche qui si tratta di dettagli che in realtà continuano a non specificare nulla, se non che i bugs sarebbero più interessati a trovare un posto dove stare che non a dominare l’umanità. L’estremizzazione collettiva e la sete di guerra e disordini sarebbero cioè solo diversivi per permettere più facilmente di abitare gli umani.

Sul fronte politico, una nuova seduta della Commissione per l’Intelligence vede la testimonianza di Ahmed Kadhimiya, ex combattente per la libertà dell’organizzazione terroristica Fronte Islamico Rayid, che dichiara di aver sintetizzato un composto a base di metano che se iniettato causa esplosione di teste, con l’approvazione del governo siriano: ciò roverebbe dunque il legame tra teste esplosive e bioterrorismo e basterebbe, per Wheatus, a contemplare la possibilità di una guerra contro la Siria. La situazione sfocia nel grottesco quando l’uomo spiega che il composto è stato testato sugli animali dello zoo, compresi adorabili panda e cuccioli di foca dagli occhi enormi – con tanto di prova fotografica. La provocazione funziona nello scatenare l’indignazione di Ella, e vira verso l’assurdo quando in una sequenza successiva Gareth si accorge che i testimoni che deve preparare per l’udienza sono palesemente persone ingaggiate allo scopo pronte a testimoniare il falso. Alla fine i testimoni impostori vengono smascherati, l’intelligence interviene a sottolineare che la Siria non ha niente a che fare con il bioterrorismo, ma nessuno sembra prendere sul serio la gravità della situazione: come sempre nulla di ciò che avviene ha conseguenze, a parte le azioni individuali di Red Wheatus e Jake Healy.

Nonostante qualche momento divertente, la scrittura grossolana della serie pesa irrimediabilmente, le incoerenze e i perché senza risposta sono sempre troppi ed sappiamo già che rimarremo lontani dal lavoro di fino dell’inarrivabile The Good Wife. Ma è anche poco all’altezza dell’ingombrante e rischioso tema che si è scelto come fulcro della serie, poiché una premessa semi-fantascientifica ha bisogno di credibilità e di logica: invece, ad esempio, a inizio serie viene suggerito che gli insetti mangia-cervello vanno ad agire sulla memoria, cosa che ora non sembra più un problema. Nella puntata sembra poi evidente che Dean Healy simuli meglio degli altri atteggiamenti ordinari e pacati, ma la spiegazione di queste differenze comportamentali viene tralasciata, così come, purtroppo, molte altre precisazioni che aiuterebbero a non avere l’impressione di essere di fronte a un’infilata di avvenimenti senza capo né coda. Perché dopo quanto successo durante il voto nella scorsa puntata, Jake sembra ancora diffidare del tutto dell’esistenza degli insetti, che spiegherebbero facilmente tutte le stranezze a cui assiste? E chi è Kevin, perché segue Rochelle e perché alla fine non è più ubriaco? Domande che finora non hanno ottenuto risposta.

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