Braindead 1x07, la recensione
Questo settimo episodio di Braindead è la prima esplicita incarnazione dell’anima didascalico-saggistica espressa dagli infiniti titoli di puntata
Questo settimo episodio è la prima esplicita incarnazione dell’anima didascalico-saggistica espressa dagli infiniti titoli di puntata. Si tratta infatti di una puntata in cui tutto ruota intorno ad un unico tema, quello delle misure estreme adottabili in caso di minimo sospetto di terrorismo, e in particolare quello della tortura e delle ambiguità sulla sua definizione, affrontato senza mezzi termini e da più lati diversi. Red Wheatus ha deciso di mettere fuori gioco Laurel, che fa troppe domande e sa ormai troppe cose. Ci riesce facilmente usando il sospetto di bioterrorismo dietro le teste esplose, sfruttando la connessione (o meglio la presenza) di Laurel in quasi tutti i casi.
Fortunatamente la preoccupazione di Rochelle, Gustav – che si accorge che il telefono di Laurel ha subito un tentativo di decriptaggio – e poi Gareth per l’assenza di Laurel al lavoro fanno sì che subito dopo Jake si attivi per scoprire l’ovvio, ovvero che è in mano all’FBI. L’unico modo che ha per dilazionare l’interrogatorio è convocare una riunione straordinaria della Commissione, per votare sull’applicazione dell’Appendice Q nel caso in questione, ovvero il codice che concede il permesso di usare “metodi di interrogatorio più pressanti”. La sequenza della riunione è una porzione didascalicamente verosimile delle minuzie terminologiche e della facilità con cui il governo degli Stati Uniti può incorrere in errori di valutazione, dovendo decidere della sorte dei sospetti in base a parole e a convinzioni altrui, e porta all’estremo (ma neanche tanto) i vizi ideologici giustizialisti che prendono facilmente piede tra gli americani.
La parte di alleggerimento a un episodio dall’argomento tanto serio è affidata a Gustav e Rochelle, che riescono a decifrare le modalità di comunicazione degli insetti da un cervello all’altro tramite l’osservazione e il marchingegno acchiappa-frequenze ideato da Gustav. I suoni sono veri e propri comandi, che se ripetuti solo in parte portano a comportamenti insensati: alla fine, durante la votazione che deciderà la sorte di Laurel, la loro scoperta sarà fondamentale per trasformare il voto in farsa, creando il caos. Dopo questo episodio, è difficile capire cos’altro ci voglia per fa sì che i (pochi) sani rimasti non comprendano la gravità della situazione; l’assenza di consequenzialità logica e l’incapacità di unire gli indizi rimangono frustranti, e anche l’ennesimo colpo di scena finale simile a tanti altri non aggiunge molto alla possibilità di una resa dei conti imminente tra lo schieramento dei “buoni” che prendono consapevolezza, e quello dei “cattivi” che sono sempre numericamente di più.