Braindead 1x05, la recensione

Alla quinta puntata Braindead non si alza da una medietà che ha poco senso per un prodotto che, viste le premesse, poteva crearsi una personalità ben distinta e originale

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Alla quinta puntata Braindead non si alza da una medietà che ha poco senso per un prodotto che viste le premesse poteva crearsi una personalità ben distinta e originale.
Purtroppo il quinto episodio, il cui titolo lunghissimo lo abbrevieremo in “Back to Work”, mostra tutte le debolezze della serie, che sono interamente riconducibili alla scrittura. Innanzitutto non si fa alcun cenno alle rivolte scoppiate alla fine dell’episodio 4, che rimangono una chiusura a effetto a sé stante. La trama va avanti zoppicando tra il plot più sci-fi che continua vagamente a incuriosire e quello politico che invece si ripete senza riuscire a innalzarsi da un conflitto minimo sindacale, condito dai comportamenti weird che abbiamo imparato a riconoscere.

I consueti battibecchi e colpi bassi reciproci tra Red Wheatus e Healy sono sempre meno interessanti, la continua bagarre sulla chiusura di associazioni e commissioni è davvero poco avvincente e il giallo delle teste esplose è reso quasi frustrante dal continuo parlare al posto dell’agire.

La task force non ufficiale composta da Laurel, Gustav e Rochelle sembra dirigersi verso un punto di svolta quando finalmente si decidono a informare Jake, l’unico che può muovere i giusti fili per permettere a Wu di approfondire la questione insetti. Ma il facepalm più poderoso della serie lo provoca proprio Luke dimostrando non solo di essere un impenitente fedifrago che meriterebbe di essere cacciato a calci dalla moglie (che invece, come si evince dalla telefonata, se lo è ripreso), ma anche il più incapace dei politici quando, come il più sciocco dei principianti, spiattella tutta la storia degli insetti a Polly, una (ex-) fiamma che lavora proprio al CDC (Centers for Disease Control and Prevention). A meno che non si riveli una complicatissima mossa strategica i cui frutti si vedranno nei prossimi episodi, si tratta davvero di una scvolata difficile da digerire. Stando a questo episodio, invece, Jake è costretto dalla sua stessa leggerezza, a correre ai ripari e a negare –persino con una certa supponenza – il suo aiuto a Laurel.

Margo Martindale interpreta la Dottoressa Joanne Alamo, chiamata in causa da Jake per convalidare le teorie bizzarre della sorella; per qualche minuto la brillante e schietta scienziata sembra essere una vera speranza per la causa di Gustav e soci, anche perché sembra condividere con lui una buona dose di stranezza. Ma poi cade a sua volta vittima degli insetti – che anche se li vediamo devono avere il dono dell’invisibilità, o non si spiega come riescano a sfuggire sempre agli sguardi super-distratti di tutti – non senza prima sentenziare che “non sono affatto hominivorax” dando forse la spinta a un’indagine che inizi a contemplare l’origine extra-terrestre.
Nel frattempo Anthony è quasi certamente infetto, anche se Laurel non sembra disposta a crederci fino in fondo, se ancora si fida a farlo entrare in casa. Quando la aggredisce, Laurel fa buon uso del provvidenziale tira-pugni regalatole da Gustav; non si capisce allora perché a fine episodio ancora una volta, e dopo tutto quello che ha passato, si disinteressi dei consigli di Gustav, non indossi le cuffie per dormire, metta la zanzariera alla bell’e meglio, e finisca per essere la probabile prossima vittima dei bugs.

Il comportamento incredibilmente ottuso dei protagonisti “sani” fa dubitare che i bugs facciano chissà quale differenza: certo non sono estremisti, ma sembrano spesso non riuscire a guardare al di là del proprio naso. Se l’intenzione della serie era dimostrare la stupidità generale ci è sicuramente riuscita, anche se l’obiettivo si poteva raggiungere senza mettere in piedi un’improbabile trama fanta-thriller. La cosa migliore dell’episodio, oltre a Margo Martindale che fa sempre piacere, è Gustav, l’unico a imprimere un po’ di verve e nonsense con i regali a Laurel e gli affettati nelle orecchie di Anthony; una menzione speciale all’inserimento del karaoke nella sequenza del recap cantato.

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