Braindead 1x05, la recensione
Alla quinta puntata Braindead non si alza da una medietà che ha poco senso per un prodotto che, viste le premesse, poteva crearsi una personalità ben distinta e originale
Purtroppo il quinto episodio, il cui titolo lunghissimo lo abbrevieremo in “Back to Work”, mostra tutte le debolezze della serie, che sono interamente riconducibili alla scrittura. Innanzitutto non si fa alcun cenno alle rivolte scoppiate alla fine dell’episodio 4, che rimangono una chiusura a effetto a sé stante. La trama va avanti zoppicando tra il plot più sci-fi che continua vagamente a incuriosire e quello politico che invece si ripete senza riuscire a innalzarsi da un conflitto minimo sindacale, condito dai comportamenti weird che abbiamo imparato a riconoscere.
I consueti battibecchi e colpi bassi reciproci tra Red Wheatus e Healy sono sempre meno interessanti, la continua bagarre sulla chiusura di associazioni e commissioni è davvero poco avvincente e il giallo delle teste esplose è reso quasi frustrante dal continuo parlare al posto dell’agire.
Margo Martindale interpreta la Dottoressa Joanne Alamo, chiamata in causa da Jake per convalidare le teorie bizzarre della sorella; per qualche minuto la brillante e schietta scienziata sembra essere una vera speranza per la causa di Gustav e soci, anche perché sembra condividere con lui una buona dose di stranezza. Ma poi cade a sua volta vittima degli insetti – che anche se li vediamo devono avere il dono dell’invisibilità, o non si spiega come riescano a sfuggire sempre agli sguardi super-distratti di tutti – non senza prima sentenziare che “non sono affatto hominivorax” dando forse la spinta a un’indagine che inizi a contemplare l’origine extra-terrestre.
Nel frattempo Anthony è quasi certamente infetto, anche se Laurel non sembra disposta a crederci fino in fondo, se ancora si fida a farlo entrare in casa. Quando la aggredisce, Laurel fa buon uso del provvidenziale tira-pugni regalatole da Gustav; non si capisce allora perché a fine episodio ancora una volta, e dopo tutto quello che ha passato, si disinteressi dei consigli di Gustav, non indossi le cuffie per dormire, metta la zanzariera alla bell’e meglio, e finisca per essere la probabile prossima vittima dei bugs.
Il comportamento incredibilmente ottuso dei protagonisti “sani” fa dubitare che i bugs facciano chissà quale differenza: certo non sono estremisti, ma sembrano spesso non riuscire a guardare al di là del proprio naso. Se l’intenzione della serie era dimostrare la stupidità generale ci è sicuramente riuscita, anche se l’obiettivo si poteva raggiungere senza mettere in piedi un’improbabile trama fanta-thriller. La cosa migliore dell’episodio, oltre a Margo Martindale che fa sempre piacere, è Gustav, l’unico a imprimere un po’ di verve e nonsense con i regali a Laurel e gli affettati nelle orecchie di Anthony; una menzione speciale all’inserimento del karaoke nella sequenza del recap cantato.