Bow to Blood: Last Captain Standing, anche lo sci-fi può essere noioso - Recensione
Un reality show a base di battaglie spaziali: la recensione di Bow to Blood: Last Captain Standing
Nerd per vocazione, pubblicista di settore per scelta. Inizio a scrivere nel 2004 di videogiochi per cambiare il mio piccolo mondo, per poi accorgermi che il gaming aveva già cambiato me. Laureato in management per l'impresa a Milano, ho fatto del pad e della penna virtuale i miei migliori amici. Sono stato contributor - e in alcuni casi senior editor - per diversi siti videoludici, per poi portare la cultura geek anche sulla stampa generalista e su alcune delle testate tech più rilevanti a livello nazionale ed internazionale. Senza dimenticare qualche scrittura in libertà su blog indipendenti, sempre focalizzati sul mondo in pixel e poligoni. "È vero, siamo tutti in vendita per un prezzo o per un altro. Ma tu sei diversa, indomita, solitaria. Tu non sei un cane, tu sei un lupo."
Questo piacerà ad alcuni, sopratutto agli appassionati di sci-fi, appunto. Ma potrebbe far storcere il naso a molti altri, che da un videogame che promette di essere galattico si aspetterebbero emozioni assai diverse dalla noia. Questo è il difetto più grande di Bow to Blood: Last Captain Standing: perdersi nella ripetitività siderale, con idee eccellenti realizzate purtroppo in modo grossolano. Il gioco ci mette al controllo e alla gestione di una navicella spaziale che ricorda molto le navi volanti del Pianeta del Tesoro, classico Disney spesso troppo sottovalutato. La trama è poi solo una scusa per trascinarci nell'azione, un canovaccio banale e superfluo che ci infila nei panni di un freelancer capitano di una nave che decide di partecipare al reality show Bow to Blood, un programma nel quale diversi contendenti spaziali mettono alla prova le loro abilità, con l'obiettivo di essere i migliori e bullarsi dei loro colleghi, senza dimenticare premi piuttosto golosi! Tutto inizia con un tutorial che vorreste veder finire in fretta, impegnato a spiegarvi fin troppo a lungo azioni decisamente basilari. Solo dopo un'estenuante disamina di opzioni facilmente intuibili, il gioco entra finalmente nel vivo, invitandoci ad esplorare delle location molto vaste e dal carattere esotico. Queste, in Bow to Blood: Last Captain Standing, vengono generate proceduralmente. Una scelta che calca la mano sulla gioia della continua esplorazione, ma che lascia spazio a location tutte fin troppo simili tra loro.
"la ripetitività farà capolino fin quasi dalle prime battute dell'avventura"Capirete allora che la ripetitività di cui dicevamo farà capolino fin quasi dalle prime battute dell'avventura. Le attività da svolgere tra la galassia in scenari (quasi) sempre uguali non migliorano la situazione. A nulla servono le competizioni a cui potremo prendere parte sfidando ed eliminando svariati avversari, i compiti che dovremo portare a termine sono sì diversificati ma con obiettivi praticamente identici. Metteteci pure un sistema di controllo della navicella che viaggia tra l'impreciso e lo snervante, così come hitbox a tratti poco inquadrate, ed otterrete un videogioco sci-fi dal potenziale tristemente inespresso. A variare di tanto in tanto il ritmo c'è la possibilità di tornare nell'abitacolo per preparasi alle prossime operazioni e riparare la nave, salvando pure la partita prima di puntare a scalare la classifica del programma. Capiterà che gli altri partecipanti al reality show vi parlino attraverso semplici schermate testuali, in cui saremo chiamati a compiere delle scelte che influenzeranno il loro comportamento nei nostri confronti, andandone a delineare una distinta personalità e a svelarne motivazioni differenti in ogni situazione.