The Bourne Ultimatum

Jason Bourne è impegnato a far luce sul suo passato e a vendicarsi di chi l’ha trasformato in una macchina per uccidere. Prima parte notevolissima, seconda decisamente deludente, per una pellicola che comunque è ben al di sopra della media…

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloThe Bourne Ultimatum
RegiaPaul Greengrass
Cast

Matt Damon,
Joan Allen,
David Strathairn

Uscita1 novembre 2007

The Bourne Ultimatum fa uno strano effetto. Dopo mezz’ora, hai l’impressione di vedere un quasi capolavoro. Dopo un’ora, conservi l’idea che sia un tipo di film che si vede ormai raramente. Dopo un’ora e mezza, inizi a stancarti per gli inseguimenti e per le scene interminabili. Alla fine, ti chiedi come sia possibile concludere la pellicola (e la trilogia) in maniera così superficiale e buonista (considerando anche il tono pessimista generale) e come mai la critica americana abbia potuto gridare compatta al capolavoro.

Il film sembra avere tutti gli elementi al posto giusto, a cominciare da un cast fantastico. Se, infatti, Matt Damon conferma di avere la stoffa per il ruolo, sono i comprimari di gran classe Joan Allen e David Strathairn (entrambi attori che prima o poi dovranno vincere l’Oscar), con i loro scontri feroci, a rendere eccitanti anche delle riunioni in un ufficio. Inoltre, scelte come quella di Pappy Considine per un ruolo di pochi minuti dimostrano la grande attenzione che i realizzatori hanno posto nella fase di casting.

Paul Greengrass, inoltre, sembra proprio essere il regista dei sogni per i cinefili, quello che alterna mirabilmente progetti molto rischiosi e più autoriali come United 93 a prodotti di più largo consumo, senza vendersi l’anima e non far sentire lo spettatore un idiota. Qui il lavoro svolto è encomiabile, grazie anche alla bravura di operatori di macchina e di stunt. E anche il fatto di non essere rimasto travolto dai continui cambi di location (che hanno portato il budget a cifre impegnative) è notevole.

Peccato che non tutto sia al livello della prima mezz’ora, in cui la ferocia del mondo delle spie e la tensione per la sorte dei protagonisti raggiunge vette ineguagliate. In seguito, si ha l’impressione che i realizzatori abbiano cercato di puntare troppo sul versante azione, indugiando eccessivamente nelle scene di inseguimento, sia sulle strade che sui tetti. E’ proprio tutta la sequenza di Tangeri (decisamente infinita) a provocare un punto di svolta e far capire che siamo andati verso l’action movie più scatenato (anche se non stupido). E il finale, con Bourne che beffa il capo di un programma segreto in maniera allucinante, per non parlare dell’ottimismo degli ultimi due minuti, sembra avere veramente poco a che fare con tutto lo spirito della serie.

Insomma, The Bourne Ultimatum rimane sicuramente il prodotto blockbuster più intelligente dell’estate americana. Il fatto che sia tutt’altro che un capolavoro fa capire che oltreoceano qualche problema ce l’hanno…

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