Bottoms, la recensione

Una delle commedie più interessanti, esagerate e arrabbiate dell'anno è Bottoms. Emma Seligman conferma ciò che Shiva Baby aveva annunciato

Critico e giornalista cinematografico


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La recensione di Bottoms, il film di Emma Seligman disponibile su Prime Video dal 21 novembre

Da quando nel 2020 ha girato Shiva Baby, espansione dell’omonimo cortometraggio, Emma Seligman ha tutti gli occhi puntati addosso. E con quel capitale di attenzione ha deciso di fare un film come Bottoms. Già questo è un gesto di grandissima personalità. È un high school movie che prende in giro gli high school movie e la maniera in cui sono sempre conservatori e promuovono stereotipi sessisti anche quando raccontano di sfigati presi di mira dai bulli. Per farlo sceglie un tono grottesco molto divertente, non ha nessuna intenzione di fare la vittima ma anzi immagina tutto a partire da due protagoniste che per diventare popolari decidono di cominciare a mentire e affermarsi potenti.

Un piccolo equivoco consente a due ragazze lesbiche che non riescono a rimorchiare le eterosessuali che desiderano di affermare di aver passato un periodo nel riformatorio. Lì hanno menato e sono state menate, sono quindi delle dure e possono insegnare alle altre ragazze a combattere. L’idea di un fight club autorizzato dalla scuola è senza senso ma nel film accade la cosa più improbabile di tutte. Le due protagoniste diventano popolari grazie a questo fight club in cui insegnano quello che non sanno (menare) e da cui tutte escono piene di lividi, tagli ed escoriazioni ma felici.

Emma Seligman non ha timore di calcare la mano e in un film leggerissimo, divertito e che da un certo punto di vista è coerente con la sua cornice da high school (gli archi romantici seguono le solite scansioni), inserisce qualcosa di estremo. Le botte estreme che sfociano in piccoli atti di terrorismo contro il mondo dei giocatori di football, razza eletta del liceo, unica preoccupazione di tutti egoisti, traditori. Sarà una vendetta pericolosa e sovradimensionata che tuttavia suona liberatoria. 

Ma del resto tutto è sovradimensionato in Bottoms, anche la sua presa in giro del sessismo legato alle cheerleader (la cui coreografie consiste in una di loro che si bagna la maglietta e poi si mette a saltellare nell’approvazione generale). Questo è quello che rende subito il film vincente, un tono sopra le righe che dipinge un mondo esagerato in cui può esagerare anche con la scrittura, le conseguenze, la grande spremuta di sangue finale e in un certo senso far emergere idee, livori e stupidità reali in modi molto evidenti. Non c'è bisogno di ulteriori sottolineature per capire che questa è una persona che il cinema lo sa fare così bene da non temere di cambiarne le regole a proprio piacimento.

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