Boris - il film - la recensione

Realizzatori e cast de Gli occhi del cuore si ritrovano a fare un film dal libro La casta. La serie di Boris arriva al cinema, tra luci e ombre...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloBoris - il filmRegiaGiacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca VendruscoloCastFrancesco Pannofino, Luca Amorosino, Valerio Aprea, Ninni Bruschetta, Caterina Guzzanti, Andrea Sartoretti, Pietro Sermonti, Alessandro Tiberi, Giorgio TirabassiUscita01-04-2011 

Facciamo subito chiarezza. Non sono mai stato un grande fan della serie Boris, di cui ho visto distrattamente e poco convinto solo qualche puntata. Per la mia (non enorme) esperienza, mi sembrava una satira non troppo forte e distante anni luce dalla cattiveria di un corrispettivo americano come Entourage. D'altra parte, il mio status di non adepto alla setta Boris poteva essere utile per avere un parere di uno spettatore più comune, che deve poi essere l'obiettivo dell'operazione se non si vuole portare al cinema solo chi già conosce il telefilm.

Ma il dubbio era anche: saremo di fronte a un film vero e proprio o invece a una puntatona lunga della serie? Insomma, ci sara una buona ragione artistica per questo prodotto?

La risposta è complessa. Boris è sicuramente una visione gradevole e tra le poche commedie italiane recenti che non danno fastidio. Ma sa tanto di occasione sprecata. L'inizio, con uno sceneggiato su Il giovane Ratzinger, è emblematico: le possibilità sono notevoli, ma non vengono sfruttate fino in fondo. In sostanza, questa è la sintesi del film.

Di sicuro, Pannofino regge bene il peso della pellicola e non si limita soltanto alla macchietta, attorniato da diverse spalle che rimangono impresse, a cominciare dal fantastico Biascica. E non c'è dubbio che qualche colpo e frecciatina vadano a segno, soprattutto quando non si ha paura di abbandonare il politically correct.

Ma altre cose proprio non vanno. E' facile, per esempio, ironizzare sulla mancanza di concorrenza nella televisione italiana. Tutto giusto, ma si ha l'impressione di voler convincere un pubblico già schierato, al quale peraltro piace che si insista sulla battuta a lungo.

Alla fine, è difficile non pensare che sarebbe stata l'occasione giusta per convincere degli attori importanti italiani a prendersi in giro con un po' di cattiveria. In effetti, un personaggio accusa Renè di non avere il coraggio di fare i nomi, ma anche Boris - il film non ha molto più coraggio. In questo senso, la cosa peggiore è che tutta la pellicola è giocata sull'ironia contro il cinepanettone, fuori tempo massimo e non divertente come magari pensano gli autori. Intanto, su internet si trovano parodie più convincenti. Ma soprattutto, spiace veder indirizzare queste munizioni contro un genere talmente limitato e circoscritto, da non poter rappresentare in alcun modo il cinema italiano. Sarebbe stato molto più interessante prendersela con tante commediole garbate e inoffensive che vanno per la maggiore oggi. Quello sì, sarebbe stato coraggioso...

 
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