Book of Death - Il Libro della Morte, la recensione

Abbiamo recensito per voi Book of Death - Il Libro della Morte, pubblicato da Edizioni Star Comics

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Gilad Anni-Padda, il Guerriero Eterno, ha una sola missione: proteggere i Geomanti. Ma, nonostante i suoi sforzi, nel corso dei millenni ha visto morire molti di questi mistici, il cui scopo è guidare l’umanità e salvaguardare la Terra; l’ultima a cadere in ordine di tempo è stata Kay McHenry, come visto sulle pagine di The Valiant. Sulla scena, però, si è ora presentata Tama, Geomante proveniente dal futuro, in possesso del Libro del Geomante, sul quale è riportato il destino del mondo e dell’intero Universo Valiant. La sua comparsa è coincisa con alcuni episodi cruenti causati dalla Natura, che si è infine ribellata alla razza umana devastando intere cittadine.

Questa bambina di soli undici anni ha inoltre creato una frattura all’interno della squadra Unity, già minata dalle recenti vicissitudini: Gilad, infatti, è intenzionato a difendere Tama con la vita, certo della sua innocenza; Ninjak, Livewire e X-O Manowar vogliono invece consegnarla alle autorità e mettere fine alle tremende atrocità che stanno devastando la nazione. Seguirà un viaggio itinerante alla ricerca della vera causa di questi delitti strettamente collegato alle sorti del pianeta e alla sopravvivenza dell'umanità intera.

Questo l'incipit di Book of Death - Il Libro della Morte, pubblicato da Edizioni Star Comics nella nuova veste grafica che sta caratterizzando quest’ultima fase editoriale della linea Valiant. Artefice della miniserie è Robert Venditti, sceneggiatore che ha legato il proprio nome alla rinascita del guerriero visigoto Aric di Dacia.

Senza troppi preamboli veniamo catapultati in medias res, con la situazione già compromessa. Venditti non si preoccupa infatti di introdurre Tama, i motivi che l’hanno spinta a viaggiare nel presente, né la maniera in cui è riuscita a raggiungere Gilad: la corsa contro il tempo è già partita e il lettore non deve fare altro che lasciarsi condurre in un'avventura on the road scorrevole, ma non priva di difetti.

Il Libro della Morte si sviluppa su due diverse linee temporali: la prima ambientata nel presente, la seconda composta da flashforward a tinte apocalittiche con cui è possibile pregustare il futuro degli eroi Valiant. Va detto che la trama molto lineare e i colpi di scena sono davvero pochi, il che, alla lunga, rende la vicenda prevedibile e priva di mordente. Il tono epico dello scontro - con l’eroe pronto ad abbracciare la propria natura, disposto a sacrificarsi lottando contro i suoi alleati - il rapporto padre-figlia che si crea tra Gilad e Tama, il tema del viaggio e le visioni future sono tutti elementi interessanti ma destinati a perdersi a causa di un’impalcatura debole; non rintracciamo infatti connessioni adeguate tra gli eventi narrati, mentre le caratterizzazioni non sono all'altezza, come pure i dialoghi, che si limitano a portare avanti banali diverbi (su tutti quello tra Gilad e Aric, due galli nello stesso pollaio).

Questo snodo così importante per l’Universo Valiant non rende onore all’elevata qualità delle serie regolari, ma trova in Robert Gill e Dough Braithwaite due buoni interpreti: entrambi dotati di uno stile realistico, il primo si fa notare per un tratto decisamente spigoloso e sintetico (i segmenti ambientati nel presente), il secondo per forme più plastiche e sinuose (le scene futuribili). Soluzioni a tutta pagine dal grande impatto visivo si alternano a sequenze giocate su primi piani espressivi.

Il tutto è valorizzato dagli ottimi colori di David Baron e Brian Reber: le tavolozze dei due coloristi passano da tonalità calde e luminose per le ambientazioni all’aperto, ad altre più oscure e sulfuree, creando un forte contrasto decisamente d'impatto.

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