Book of Death: La Caduta dell'Universo Valiant, la recensione

Abbiamo recensito per voi Book of Death: La Caduta dell'Universo Valiant, pubblicato da Star Comics

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Tama, la Geomante della Terra, ha portato con sé dal futuro il Libro del Geomante, sul quale è riportato il destino del mondo. In questo secondo appuntamento dedicato all’evento che ha caratterizzato l’estate Valiant del 2015, Book of Death, abbiamo la possibilità di scoprire il destino che attende i protagonisti di questo universo narrativo.

Book of Death: La Caduta dell’Universo Valiant è un volume edito da Star Comics che raccoglie le quattro storie originali Book of Death: The Fall of BloodshotBook of Death: The Fall of NinjakBook of Death: The Fall of HarbingerBook of Death: The Fall of X-O Manowar, ognuna affidata agli artisti titolari delle rispettive serie regolari.

Si parte con una storia di Bloodshot, il soldato perfetto potenziato dai naniti, che racconta lo straziante trascinarsi di un uomo apparentemente destinato all’eternità, ma che desidera la morte come il momento del raggiungimento della pace. Come il “vecchierel bianco” del Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, di Leopardi, Bloodshot “corre via, corre, anela, varca torrenti e stagni, cade, risorge, e più e più s'affretta, senza posa o ristoro”, fino a raggiungere “l’abisso orrido, immenso” dove “precipitando, il tutto obblia”. Jeff Lemire è abile nel lasciar emergere il lato più umano e travagliato del personaggio in uno struggente e lirico racconto supportato dalle evocative matite di Doug Braithwaite.

La storia dedicata a Ninjak, invece, si riallaccia direttamente a quanto letto in Book of Death: Il Libro della Morte: dopo aver perso il Guerriero Eterno, alias Gilad Anni-Padda, la squadra Unity affronta un periodo di assestamento che porta a uno scontro tra i suoi membri superstiti. Matt Kindt imbastisce un racconto dalla forti tinte psicologiche in cui l’eredità di questo gruppo di eroi è al centro del confronto tra Ninjak e Livewire. Lo stile sintetico ed espressivo di Trevor Hairsine impreziosisce una storia che, contestualmente, offre le coordinate per inquadrare un’altra serie Valiant, Rai.

Un racconto fantascientifico che svetta per l'impianto narrativo e gli effetti grafici di grande impatto: questo è quanto sono riusciti a realizzare Joshua Dysart e Kano con la storia dedicata ad Harbinger. In un futuro non troppo lontano, Peter Stanchek, uno dei psioti omega della Terra, deve sventare un attacco che giunge dalla profondità dell’universo, una minaccia altrettanto potente che risponde al nome di Toyo Harada.

La tensione sale di pari passo alla paura e all’ansia della razza umana, ed è pronta a deflagrare nelle psichedeliche tavole di Kano. La storia dall’ambientazione futuristica risulta - tra tutte - quella dotata di un impianto narrativo più complesso; al tempo stesso è il comparto artistico del team creativo a fare la parte del leone.

La chiusura è affidata a lui, Aric di Dacia, il guerriero visigoto entrato in possesso della sacra armatura di Shanhara dopo essere stato catturato dal popolo alieno noto come la Vigna. Tornato sulla Terra, X-O Manowar non ha trovato i suoi cari ad attenderlo, ma ha saputo ricominciare e trovare nuovi stimoli per affrontare nuove battaglie.

Anche la sua vita, però, è ora giunta al termine, e a raccontarcela sono Robert Venditti (testi) e Clayton Henry (disegni). Nel capitolo finale del volume non ci troviamo in un futuro distopico, ma in una realtà vicina alla nostra in cui risulta particolarmente affascinante assistere alle imprese dell'eroe. Epica, fiera e potente è la serie gestita da Venditti, proprio come il suo atto conclusivo.

Si tratta di storie visionarie, cariche di significati profondi e dotate di grande coerenza, in termini di caratterizzazione dei personaggi. La lettura è scorrevole e regala emozioni intense, non risultando mai banale, in un susseguirsi di azione e introspezione davvero potente.

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