Bones 12x07 "The Scare in the Score": la recensione
La nostra recensione del settimo episodio della stagione finale di Bones, intitolato The Scare in the Score
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Brennan ed i suoi Squint, scopriranno che l'assassino che sta dando la caccia a Booth ed alla sua famiglia per vendicare la morte del padre, convinto di non ottenere nulla dal rapimento e dalla tortura di un altro Ranger, decide di scatenare la sua follia omicida su una persona a cui Michael Reiss era in qualche modo legato per ottenere le informazioni che vuole. Questo è sufficiente per convincere Booth della necessità di mettere i propri figli sotto stretta custodia protettiva, portandoli in una casa protetta usata dall'FBI, una decisione che coinvolgerà Max nel caso fino a portare alla sua morte.
Da questo momento in poi gli eventi accelereranno in maniera esponenziale perché, nonostante Booth sia consapevole del fatto che dietro a tutte queste orribili morti e alla minaccia alla sua famiglia vi sia Mark Kovac, che da anni vive ormai negli Stati Uniti e lavora come paramedico, non c'è modo di collegarlo legalmente alle vittime. Quando tuttavia anche il corpo di Michael Reiss viene ritrovato dopo essere stato torturato esattamente come Aldo, sarà lo stesso Kovac a presentarsi alla sede dell'FBI, dicendo a Booth che qualcuno sta cercando di incastrarlo. Ma proprio mentre l'agente lo interroga i telefoni negli uffici del Bureau impazziscono, annunciando una sparatoria presso la casa in cui si trovano i suoi figli.
Booth e Brennan si precipitano sul posto trovando i bambini illesi, mentre molti degli agenti assegnati alla loro protezione giacciono a terra morti, uccisi da un commando composto da ex guardie del corpo del Generale Radik che li hanno rintracciati seguendo il segnale del GPS nel pacemaker di Max, il quale rimane a sua volta gravemente ferito nella sparatoria. Come sottolinea l'unico agente superstite parlando con Booth, senza l'intervento di Max, che ha nascosto i nipoti ed impedito che assistessero a cosa stava accadendo, le cose sarebbero probabilmente andate in maniera molto diversa.
Usando le prove trovate dal resto del team al Jeffersonian, Booth - tornato alla sede dell'FBI - riesce finalmente ad incastrare Mark Kovac grazie a delle tracce del DNA di Michael Reiss trovate su un defibrillatore di proprietà dell'assassino. Ciò nonostante la sorte ha comunque deciso di fare un'ultima vittima: con Brennan al proprio fianco, poco dopo essersi risvegliato da un intervento apparentemente riuscito, Max racconta alla figlia del sogno che ha fatto fino a che, lentamente, perde conoscenza e muore.
Max Keenan è apparso per la prima volta nella serie alla fine della prima stagione di Bones ed è stato fondamentale per la crescita emotiva della protagonista, cambiando lui stesso profondamente in questi 12 anni. Da delinquente fuggiasco, scampato ad un'accusa di omicidio (di cui per altro si è macchiato davvero per proteggere la figlia), Max ha sempre dimostrato di essere un uomo che non temeva di fare la cosa sbagliata per la ragione giusta e nonostante il dolore per la sua perdita, in un certo senso il fatto che se ne sia andato dando la vita per salvare quella dei suoi nipoti, è un modo perfetto per chiudere il cerchio di un'esistenza vissuta sempre sul filo del rasoio. Siamo certi inoltre che le conseguenze di questa perdita saranno devastanti per Brennan e Booth e che gli autori non si lasceranno sfuggire l'occasione di creare un intenso arco narrativo che prenda spunto proprio da questa dolorosa e tragica scomparsa.
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