Bonding: la recensione
La recensione della serie Bonding, la nuova dark comedy di Netflix che parla di sadomasochismo
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La dark comedy è creata, diretta, sceneggiata da Rightor Doyle. Parla di un ragazzo omosessuale di nome Pete (Brendan Scannell) che diventa l'assistente di una dominatrice di nome Tiff (Zoe Levin). I due si conoscevano al liceo, e ora si ritrovano in circostanze inusuali. Pete cerca di sbarcare il lunario, vorrebbe mettere in scena degli spettacoli di stand-up comedy, ma è molto timido. Inoltre sembra avere difficoltà a trovare un partner con il quale poter avere una storia d'amore seria. Tiff proviene da esperienze negative, che l'hanno condotta a interpretare il rapporto con l'altro sesso solo tramite il ruolo di dominatrice.
La durata breve degli episodi rende la visione ancor più semplice, ma anche ancor più superficiale. Bonding narra di piccole situazioni quotidiane, senza picchi né drammatici né comici (la scrittura non è così ispirata) sorvolando sulle sfumature più interessanti dei personaggi. Va meglio sul fronte delle interpretazioni. Zoe Levin, in particolare, è un volto perfetto per la sua Tiff, e riesce a dare al personaggio molta più solidità di quanta si direbbe dalla scrittura. Ma è un po' poco per una serie che vorrebbe essere provocatoria, fin dal tema principale, ma non riesce a scavare sotto la superficie.