Bomb Squad, la recensione

Con Bomb Squad è chiaro che il dopo-Bruce Willis è nelle mani di Mel Gibson, perché la produzione di livello infimo non si ferma mai

Critico e giornalista cinematografico


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La nostra recensione di Bomb Squad, il film di Prime Video disponibile dal 1 novembre

C’è sicuramente un problema quando un film ha 28 produttori e un budget che a stento supera il costo dei cestini per ogni giorno di riprese. Tutto in Bomb Squad grida al raccogliticcio e raffazzonato, dalla trama senza idee (un tecnico informatico con abilità da hacker è costretto da un misterioso ricattatore e compiere attacchi se non vuole che la bomba sotto la sua sedia esploda), alla messa in scena che non ha nessuna idea di cosa sia il ridicolo, fino ad un casting che mette insieme Shannen Doherty (!), il fratello meno noto di Matt Dillon (Kevin) e Mel Gibson in un ruolo defilato. La scoperta che dietro ci sono i produttori (e il regista!) degli ultimi film di Bruce Willis, quelli girati già a stadio avanzato di malattia, chiude il cerchio e fa preoccupare sulle condizioni di Gibson.

È la Hollywood (o meglio la periferia di Hollywood) che più funziona come una macchina industriale che non si può fermare e ha economie tutte sue (questo film è stato acquistato per l’Italia dalla IFF di Lucisano e poi venduto a Prime Video in esclusiva!). Kevin Dillon vantava una media di un film ogni 3-4 anni ma solo nel 2002 ne ha 6 in uscita, difficilmente saranno curati e preparati a dovere. Più facile che siano come Bomb Squad, di quelli in cui compaiono donne bionde e tettone con scarsa utilità nella trama, prigioniere nella stanza in cui è ambientata la gran parte del film e quindi sempre inquadrate, o in cui il villain è una persona con cappuccio nero e voce modificata che usa mouse e tastiera con grossi guanti di pelle nera come un killer di Dario Argento!

Un livello tutto suo di ignoranza informatica poi è la chicca per amanti del genere. C’è la classica iconografia di teschi formati da lettere per mostrare gli attacchi informatici o i mondi informatici dentro i quali ci si muove in computer grafica e le scritte giganti ACCESS GRANTED sugli schermi. Computer in teoria molto avanzati e linee di codice a caso che poi però hanno schermate con font 43 e la scritta HACKING DETECTED o ancora meglio la barra di avanzamento che procede fino al 100% e il cartello System being hacked, come fosse una procedura standard con una sua grafica già prevista.

La risoluzione finale per evitare che la bomba esploda infine, coerentemente con il tutto, è degna di Una pallottola spuntata.

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