Bocca a forma di cuore, la recensione
Abbiamo recensito per voi Bocca a forma di cuore, il nuovo fumetto di Giopota
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
In Giappone il fenomeno delle dojinshi è molto diffuso tra i giovani fumettisti o aspiranti tali: si tratta di albi autoprodotti che spesso contengono storie con personaggi protetti da copyright, alla stregua di fan fiction a fumetti, ma in alcuni casi sono prodotti interamente originali. Tra le diverse categorie ci sono i cosiddetti manga bara, ovvero storie scritte da autori maschi e incentrate su relazioni omosessuali tra uomini; a differenza degli yaoi, scritti da donne e con rapporti più romantici e idealizzati, i bara hanno sovente una componente più concreta e fisica, con scene di sesso esplicito.
Il protagonista è Orso, un ragazzo omosessuale che passa la maggior parte del tempo chiuso in casa, cercando compagnia maschile attraverso app di incontri. Il suo nome di battesimo ha un significato preciso nella comunità gay, e sottolinea quelle caratteristiche fisiche che lui fatica ad accettare. È proprio il rapporto conflittuale con il suo corpo che dissuade Orso dall'uscire e conoscere altre persone, frenato dai suoi problemi di autostima dai quali distoglie l'attenzione mangiando in modo compulsivo.
L'autore affronta da un punto di vista originale il bodyshaming, poiché solitamente sono le donne a essere rappresentate come vittime di estremi giudizi sul proprio aspetto fisico, mentre qui osserviamo il corrispettivo maschile, sull'orlo della depressione a causa delle continue frecciatine più o meno velate al suo fisico in sovrappeso.
La differenza di trattamento dei sessi emerge anche nelle scene più esplicite, qualcosa che possiamo vedere solo in autoproduzioni di questo genere; il che è strano, dato che nei fumetti vediamo tranquillamente situazioni di questo tipo in chiave eterosessuale, così come rapporti lesbici, mentre i rapporti gay tra maschi sono ancora un tabù. Giopota cerca dunque di sdoganarli, così che vengano messi dalla narrativa disegnata sullo stesso piano.
Il rammarico che nasce una volta chiuso Bocca a forma di cuore è l'assenza di una risoluzione: l'autore inserisce tante sfumature attraverso frasi e sguardi che lasciano intendere possa esserci molto di più dietro a queste ventiquattro pagine. Vediamo uno spiraglio di cambiamento della situazione e di evoluzione di Orso, ma ci piacerebbe leggere del suo percorso in un racconto ad ampio respiro. In fondo, anche Un anno senza te era stato inizialmente presentata sul web sotto forma di storia breve, e con il tempo ha goduto di un naturale sviluppo.