Blues for Lady Day, la recensione
Abbiamo recensito per voi Blues for Lady Day, opera a fumetti di Paolo Parisi edita da Coconino Press
Uno degli aforismi più celebri legati al mondo della musica è: "Scrivere di musica è come ballare d'architettura". Questa frase, attribuita a molti nel corso degli anni, è la summa di come sia effettivamente impegnativo parlare di qualcosa che basa il suo funzionamento sulle emozioni, prendendo l'ascoltatore più allo stomaco che alla testa. Quando Paolo Parisi ha realizzato Blues for Lady Day, probabilmente deve aver pensato a questo concetto, perché ha evidentemente scelto la strada più emotiva e profonda per raccontare una delle più grandi icone musicali del secolo scorso: Billie Holiday.
Quello di Paolo Parisi non è un ricordo fine a se stesso, anzi. Le sue pagine, intrise di bianco, nero, grigio, luci e ombre, esprimono quell'immensa gamma di sensazioni, odori, ricordi e gusti legati a un movimento culturale che ha aiutato un intero popolo a emanciparsi, nonostante un ambiente tutt'altro che favorevole.
Prima di parlare di Billie Holiday, Blues for Lady Day racconta una condizione sociale pessima, fatta di espedienti per sopravvivere, di eccessi e di galera. In questa fotografia d'insieme si muovono le insicurezze, le paure e il disagio profondo di un'anima sempre inquieta che, forse, non ha mai trovato una vera e propria pace nel corso della sua vita. Nel racconto dell'autore, nonostante la cantante fosse circondata troppo spesso da figure che non l'hanno compresa fino in fondo, Billie Holiday ha sempre cercato di essere onesta, almeno con se stessa, attraverso lettere di rassegnazione e profondo sconforto, che nel racconto vengono indirizzate al lettore.
Il ritratto dell'artista e dell'ambiente in cui ha cantato e vissuto lascia molto spazio alla sua voce, descritta dalle parole di chi l'ha ascoltata: colleghi, amici e altri addetti ai lavori, con la magia del Fumetto che riesce a far percepire i suoni e i respiri legati ad ogni singola parola. Nel proporre il volume al pubblico, la casa editrice valorizza il lavoro dell'autore con un brossurato composto da pagine ruvide di buona grammatura, che ricordano l'ascolto rugoso del blues notturno, immerso nel fumo e negli alcolici.
A prescindere dall'amore per il genere o per l'artista in particolare, Blues for Lady Day è una canzone sincera che viene dal cuore, senza il peso dell'analisi o del giudizio. Talvolta, in occasione di biografie dedicate a musicisti defunti si consiglia di accompagnare la lettura con la giusta colonna sonora ma: questa volta la musica è tutta tra le pagine.