Blue My Mind - Il Segreto Dei Miei Anni, la recensione
Interessato a sè, ad essere un film d'autore, ben più che alla trama che racconta, Blue My Mind punta tutto sui personaggi ma sono antipaticissimi
Mia arriva in una nuova città, in Svizzera, e quindi in una nuova scuola. È subito attratta da alcune compagne di classe più ribelli (ribelli svizzere!) che con una certa difficoltà inizia a frequentare. Durante un gioco di soffocamento ha delle visioni, visioni sott’acqua. Il giorno dopo le iniziano le mestruazioni e nota che due delle sue dita del piede si sono unite, è proprio comparso un tratto di pelle che prima non c’era ad unirle. Sarà solo il primo di una serie di mutamenti del suo corpo mentre comincia parallelamente a scoprire le sue origini e quello che vuole nella vita.
Mia è una protagonista antipatica e fastidiosa (come spesso capita a chi agisce in maniera controproducente senza che ne intuiamo le motivazioni), le sue amiche non sono da meno. Il film vuole farci empatizzare con lei e dopo un po’ anche con una delle amiche, ma è un’impresa superiore alle sue capacità. A questo si aggiunga che il film ha una tale paura della droga e del sesso, paura di mostrare e raccontare il secondo e di trattare con equilibrio la prima, da fuggire qualsiasi dettaglio.
Nonostante la buona fattura tecnica lo stesso a tratti Blue My Mind - Il Segreto Dei Miei Anni sembra una pubblicità progresso tanto dimostra la minima conoscenza di quel che racconta, tanto chi lo ha scritto e messo in scena è palesemente lontano da quei mondi e li mette in scena per sentito dire.