Bloodshot vol. 5: Sotto a chi tocca!, la recensione
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
La partenza è affidata alla storia in due parti che dà il titolo al volume e che vede Bloodshot e la rediviva squadra H.A.R.D. Corps affrontare un problema in Nigeria: le Armour Oil sono vittima di continui furti di petrolio da parte delle popolazioni locali. Mr. Kozol si reca in terra africana per risolvere la questione ma resta sorpreso dalla realtà che si palesa innanzi a lui; viene dunque fatto prigioniero dalle autorità, grazie alla complice regia di un personaggio che giunge dal passato e che tutti ritenevano morto, Simon Oreck. Il compito di Bloodshot e della sua squadra è quello di recuperare l’odiato leader del Progetto Spirito Nascente, ma per fare questo devono vedersela con gli Specialisti, gruppo di superuomini al servizio di Oreck, disposti a tutto per decretare la fine dell’H.A.R.D. Corps.
Insomma, azione allo stato puro in queste 128 che ruotano intorno alla crescita e all'evoluzione personale di Bloodshot. Il merito del successo di questa serie è tutta da attribuire agli sceneggiatori Christos Gage e Joshua Dysart, veri e propri demiurghi della rinascita del personaggio, ai quali si unisce per la storia conclusiva Duffy Boudreau. Grazie alle precedenti esperienze sulla narrativa di genere, Gage e Dysart sono abili a distribuire in egual misura scene di guerre, intrighi e cospirazione mantenendo sempre un occhio attento e vigile alle dinamiche di gruppo, all’introspezione e l’aspetto umano di ognuno dei protagonisti. La scena non è infatti occupata esclusivamente dal soldato Raymond Garrison -privato della sua vita, dei suoi ricordi e trasformato nella macchina di morte perfetta - ma ampio spazio viene offerto all’ampio cast di comprimari, tutti dotati di una caratterizzazione e uno spessore tali da riempire la scena. Questa scelta permette a Gage e Dysart di continuare a sviluppare sotto traccia la maturazione di Bloodshot senza trasformarla in un monologo proprio ora che qualcosa inizia a riaffiorare da un passato così nebbioso e incerto. Eppure, nonostante la sofferenza e le manipolazioni, Bloodshot mantiene un approccio tranquillo e collaborativo, da bravo soldato si presta a tenere unita la squadra ed entrare in azione ogni volta che viene chiamato in causa. Un po’ Wolverine, un po’ Capitan America, il tutto riletto con sensibilità e intensità tali da conferire un’aura interessante e mai banale a un personaggio di assoluto valore.
Un ben nutrito gruppo di artisti offre la propria arte per la componente grafica di queste tre storie: Bart Sears, Joseph Cooper, Chriscross, Vìctor Olazaba, Valentine De Landro, Livesay, Al Barrionuevo e Brian Level si alternano al tavolo da disegno, ognuno con le proprie peculiarità e il suo stile differente, ma sempre funzionale allo sviluppo della trama. Il tratto variabile, infatti, viene sfruttato dagli autori per caratterizzare le diverse epoche temporali della storia, in maniera da rendere ancora più evidenti i continui sbalzi temporali. Ampio margine di creatività viene concesso a tutti e, nonostante questa turnazione, la qualità del volume non ne risente, né perde in impatto visivo, confermando l’elevato standard a cui ormai ci stanno abituando le serie Valiant Comics.
Bloodshot vol. 5: Sotto a chi tocca! Aggiunge un importante e decisivo tassello all’epopea del soldato Garrison (ma sarà questo il suo vero nome?), che si ritroverà sempre più isolato e braccato nella sua ricerca della verità. Tra rilanci sensazionalistici, reboot e retcon vari, sovente le buone storie vengono soffocate dal mero tornaconto economico; non sembra essere questo l’intento della Valiant, che sta riuscendo a creare un universo coeso, ricco di spunti interessanti e con un’adiacenza a tematiche contemporanee e di attualità che trasformano queste avventure in letture da prendere in grande considerazione. Noi vi abbiamo avvisati.